Villaggio agricolo “La Balzana”, dalla camorra a Gomorra


ALTRE DERIVE – Ero in cerca di una location interessante per qualche scatto in tranquillità e mi è venuta la…balzana idea di rivolgermi via Instagram ad un agricoltore di nome Gerardo, che mi ha segnalato quest’area a me prima sconosciuta. Così mi sono fidata e ci sono andata con un’amica: dal vivo, il nostro gentilissimo accompagnatore ci ha raccontato che non troppo tempo fa la proprietà è stata confiscata alla camorra, quindi è divenuta il set di più di una serie TV, nonché del film Martin Eden di Pietro Marcello, regista di origini casertane. Chi non ricorda la famosa scena della serie Gomorra, in cui Salvatore Conte recita la frase: «Vien’, vien’t a piglià ‘o perdon’»? Ebbene, quella scena pare sia stata girata proprio qui, come, successivamente, alcune scene da L’amica geniale (per vedere un altro edificio usato come set di Gomorra, fare click qui).

Qui la natura si sta riappropriando del suo suolo e ricoprendo gli edifici, ma quello che ci è saltato agli occhi è un’architettura che sa di artificiale, o comunque di posticcio e plastificato, come se alcune strutture e dettagli fossero persino in plexiglas o materiali simili. In particolare, alcune pareti scrostate con colori pastello mi sono sembrate perfette come soggetti o sfondi fotografici. Senza contare le file circolari di casette tutte uguali, che rendono questo villaggio agricolo abbandonato un luogo piuttosto bizzarro, quasi straniante.

 

NOTIZIE – In verità questo complesso agricolo chiamato “La Balzana” risale agli anni ’30 e ’40, fu acquistata dal consorzio Cirio per la coltivazione dei pomodori e si allargò nel tempo fino ad ospitare una chiesa e una scuola. L’insieme si estende su 200 ettari e conta più di 30 terreni agricoli, ma la particolarità è che si configura come un vero e proprio villaggio fantasma: non solo una dozzina di edifici rurali (stalle, depositi ed altri locali agricoli), ma anche una ventina di case coloniche ne descrivono l’originaria pianta ‘urbanistica’. Qui abitavano infatti i lavoratori e i membri della direzione, e oltre a coltivare i campi si allevava il bestiame e si produceva il pane. Grazie ad una progressiva meccanizzazione, l’azienda poté sviluppare la propria attività e negli anni ’60 contava all’incirca 80 ‘residenti’ e addirittura 800 lavoratori stagionali. Quindi la Balzana si avviò verso il tramonto quando passò nelle mani della camorra, nel 1993, prima di essere confiscata circa dieci anni dopo, restando di fatto abbandonata.

 

La Balzana è un luogo che può rasserenare l’animo di giorno, e diventare spettrale al tramonto. Una pace immensa, che nella nostra visita è stata spezzata solo sul finale: io e la mia amica siamo state raggiunte e scortate dai carabinieri fino alla macchina, con tanto di paternale e raccomandazione di non tornare più in quest’area, a loro dire, fatiscente e pericolosa per due ragazze. Sarà… ma noi siamo tornate sane e salve, e con belle foto!

di Beatrix Jessica Jaeger


Categoria: aziende dismesse
Tipologia: azienda agricola
Stato: rovinata, fatiscente
Zona: Casertano
Raggiungibilità: in auto
Dintorni: campagne
Accessibilità: senza ostacoli
Visita: libera
Durata: 1-3 ore
Aggiornamento: marzo 2019

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