Ascesa e declino del Castello di San Nicandro a Sicignano


A sentire il nome di Sicignano, gli appassionati di urbex penseranno immediatamente al famigerato convento dei monaci del diavolo. Invece per gli esperti di storia locale, se al borgo di Sicignano si accosta la parola castello, il pensiero cade senza dubbio sul castello Giusso, che di tale località è il simbolo. Ma poco lontano esiste anche, sconosciuto ai più, il castello di San Nicandro, che sorge in un vicino bosco affacciato sul fiume Tanagro, proprio dove il corso d’acqua forma un’ansa. Edificato in epoca longobarda, pressappoco nello stesso periodo del castello Giusso, si erge solitario su un poggio e fu teatro di importanti avvenimenti storici in età normanna, ossia a partire dal XII secolo.

 

LA STRUTTURA – Il castello di San Nicandro non conserva fortificazioni visibili, se non scarni resti delle mura di cinta, comunque sommerse dalla natura. Per questo, più che ad una fortezza assomiglia piuttosto ad un maniero collocato in posizione strategica. Era costituito di vari livelli: i sotterranei fungevano da cantine e armerie; al piano terra, oltre all’ingresso e l’atrio del castello si trovavano una cappella e (in epoche successive) i locali adibiti alla lavorazione del tabacco; ai piani superiori erano collocati gli appartamenti. Di tutto ciò sono rimaste ben poche tracce: l’edificio, ormai, è poco più di un rudere avvolto nella vegetazione spontanea e, dunque, inaccessibile a piedi (tutte le foto qui pubblicate sono state scattate con l’ausilio di un drone).

LA CORNICE STORICA – Così ridotto il maniero sembrerebbe non avere più nulla da dire, eppure la sua storia risale all’epoca tardo-longobarda e agli anni di massima gloria della città di Salerno: nel 1043 Guaimario V fu nominato Duca di Puglia e Calabria e Salerno divenne in via ufficiosa capitale del più potente ducato meridionale. Solo nel 1077, con la conquista normanna, la città fu ufficialmente riconosciuta come capitale, quindi nel 1130 il Ducato di Puglia e Calabria fu unito al Regno di Sicilia da Ruggero II e progressivamente il potere politico si spostò verso Palermo.

ASCESA E DECLINO – La storia documentata del castello rimanda al 3 giugno 1052, quando il principe Guaimario che vi risiedeva fu vittima di una congiura familiare: i cognati lo assassinarono e ne rapirono il legittimo erede, Gisulfo II. Per liberarlo lo zio Guido, Duca di Sorrento, chiese l’appoggio dei normanni, che assediarono Salerno e scacciarono l’usurpatore Pandolfo III. Gisulfo promise in ricompensa tributi e possedimenti, oltre alla dote della principessa Sighelgaita, data in moglie a Roberto il Guiscardo. La promessa però non fu mai onorata e la reazione dei normanni fu quella di lasciare Salerno e saccheggiare i villaggi e i castelli della zona. Il Castello di San Nicandro fu espugnato e divenne una sorta di testa di ponte per la conquista normanna del Principato di Salerno (fonte: Principatus).

Dopo vari passaggi di mano, il castello di San Nicandro fu rimodellato nel 1521 ma presto riportò seri danni, assieme alle abitazioni del villaggio circostante, per effetto del violento terremoto del 1561. Documenti del XVII secolo ne riportano il nome modificato da Nicandro a Licandro. Nel 1851 il castello e i territori adiacenti furono acquistati da Luigi Giusso, già insignito dal re Ferdinando di Borbone del titolo di Duca del Galdo.

 

L’OBLIO – Da allora, il castello e il villaggio circostante sono stati lentamente abbandonati e inghiottiti dalla natura: ad oggi nulla è rimasto del villaggio. Il castello di San Nicandro (o Licandro) è ancora lì: in seguito al sisma del 23 novembre 1980 è del tutto inagibile e in buona parte crollato, ma le sue rovine continuano a ergersi in un estremo tentativo di non essere dimenticate.

di Luca Maresca


Categoria: castelli
Tipologia: maniero
Stato: rudere
Zona: dintorni di Sicignano
Accessibilità: non raggiungibile
Dintorni: vegetazione incolta
Visita: solo foto con drone
Aggiornamento: aprile 2022

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