Ferma da 50 anni: la centrale idroelettrica sul fiume Lete


Nella mitologia classica il Lete rappresenta il fiume dell’oblio ed è legato ad una dimensione ultraterrena: da Platone a Virgilio si narra che le anime dell’oltretomba che si dissetavano da questa sorgente, prima di reincarnarsi, perdessero la memoria della vita trascorsa. Nella realtà presente il Lete è un fiume campano lungo 20km che sorge nel Matese e riempie le famose bottiglie d’acqua effervescente, in commercio in particolare nell’Italia meridionale. E, incamminandoci lungo i placidi e soleggiati sentieri montani della zona, prima di raggiungere la cima della mulattiera e la centrale idroelettrica di Valle Agricola, abbiamo intravisto diversi abitanti del luogo recarsi alla fonte per fare scorta d’acqua minerale.

Salendo verso l’alto, si nota la galleria scavata nella roccia con una tubatura in ferro per convogliare le acque del bacino idroelettrico; quindi s’incontra il rudere di un altro edificio che doveva essere parte della struttura, infine si scorge la condotta vuota che scende lungo il pendio dell’altura. Ma a rapire la vista è soprattutto lo splendore del paesaggio.


La presenza del fiume dalle acque frizzanti non è, dunque, soltanto la risorsa ‘aurea’ dell’omonima azienda Lete. Com’è logico che sia, una riserva d’energia idrica è trasformabile in energia elettrica: non stupisce, pertanto, che nel mezzo della natura rigogliosa si trovi il relitto di una centrale abbandonata. La centrale idroelettrica di Valle Agricola, servendosi del preesistente bacino idroelettrico artificiale del Letino, fu edificata subito dopo la seconda guerra e restò in funzione fino al 1969, quando le acque del lago furono deviate verso nuove centrali costruite in altri comuni limitrofi. Questo impianto dalle linee essenziali e severe (decisamente meno affascinante di altri ‘colleghi’ più antichi), per tutti gli anni ’50 e ’60 fornì energia all’intera nazione. Data l’ubicazione della centrale, alcuni degli operai che vi lavoravano si sistemarono in alloggi allestiti in prossimità della struttura, o si trasferirono nel vicino comune di Prata.


Al nostro arrivo, dopo il piacevole percorso di trekking in salita, l’edificio non ha riservato uno spettacolo esaltante: ad oggi ne resta lo scheletro e pochi dettagli residui dei componenti meccanici della sala macchine e di altri ambienti dell’ex centrale; a spiccare sono i graffiti dipinti da volenterosi writer, che si sono spinti fin quassù per decorare le scarne pareti con colorate raffigurazioni. Un disegno che rappresenta Bender, personaggio del cartone animato Futurama, si riconosce sul muro esterno di un edificio più piccolo, che ospitava gli uffici amministrativi.


STORIA – La centrale idroelettrica di Valle Agricola, completata nel 1947, è in realtà l’erede di un impianto più antico: un’opera d’alta ingegneria realizzata giusto 40 anni prima, nel 1907, dalla Società Meridionale di Elettricità, dopo aver innalzato una diga di sbarramento sul fiume Lete per ottenere il suddetto bacino del lago Letino (per saperne di più: Wikipedia; ASMV). L’impianto precedente era chiamato Officina Lete e fu inaugurato nel 1910, sopravvivendo fino al 1943: dopo l’armistizio di Cassibile, la centrale fu abbandonata dalle truppe italiane che la presidiavano; divenne quindi preda dei soldati tedeschi, che la fecero esplodere poco prima di fuggire in ritirata per gli attacchi degli Alleati. Pochi anni dopo sorse la più nuova centrale di cui oggi, tuttavia, resta solo la carcassa dismessa.

[Altre foto della centrale]


Categoria: infrastrutture
Tipologia: centrale idroelettrica
Stato: rudere
Zona: Valle Agricola
Dintorni: natura incontaminata
Accessibilità: libera
Durata della visita: 20 minuti
Aggiornamento: ottobre 2020

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