‘Attenti al cane’. La stanza interdetta e la casa del cresimando


Questo racconto comincia dal secondo piano di una villetta di campagna abbandonata. O meglio, dal ritratto di un bambino, apparentemente un cresimando, ben adagiato sul pavimento tra le cianfrusaglie. E da una scritta apposta sulla porta accanto: attenti al cane, lo spauracchio più utilizzato per tenere alla larga gli estranei. Due dettagli che fanno riflettere: tra cumuli di cocci e resti di arredi ammonticchiati, qualcuno ha lasciato in piedi quella figura infantile dall’aria triste e severa, che sta lì quasi a intimidire chi si avventuri sulle scale della casa; inoltre, ha attaccato alla porta di una camera ben chiusa la scritta (a penna) che vorrebbe dissuadere dall’idea di varcare quella soglia.

 

Ebbene, che dietro quella porta non ci fosse alcun cane era fin troppo ovvio. Ma era altrettanto evidente che qualcuno (i proprietari? Occupanti abusivi? Altri?) intendesse inibire l’accesso a quella stanza. Dal canto mio, sono immune alla curiosità fine a se stessa, e se non colgo un senso storico o un valore architettonico nella scoperta di un immobile abbandonato, non avverto la necessità di varcare la soglia della privacy, anche quando non c’è più nessuno a rivendicarla. Il ritratto, la scritta e i pezzi di mobili accatastati mi hanno convinto a non proseguire e gentilmente invitato a tornare al piano di sotto.

Che si tratti di una villetta di campagna abbandonata, lo si può dedurre fin dalla strada provinciale da cui parte il viale d’ingresso, privo di cancelli e palesemente lasciato all’incuria da decenni. Stesso dicasi per il giardino antistante, dove un deposito agricolo è ridotto quasi a un rudere (preferiamo omettere le relative fotografie).

La porta principale della casa è bloccata, ma tutti gli altri accessi sono aperti, forse in passato forzati esternamente. Oggetti e utensili sembrano però essere ancora tutti all’interno: sedie, poltrone, tavoli, tende, un televisore, stoviglie, persino un servizio da tè nella credenza. Vestiti appesi agli attaccapanni da chissà quanto.

 

Un materasso sul pavimento del salone suggerisce che qualcuno si sia rifugiato tra queste mura dopo l’abbandono, avvenuto presumibilmente negli anni ’80 del secolo scorso, almeno a giudicare dalle ultime date presenti su libri e riviste. Sopra una sedia spicca un numero datato 1964 de L’universo, Rivista dell’Istituto Geografico Militare. Sotto il vecchio televisore, un compendio di disposizioni dell’A.N.A.S. potrebbe far risalire al mestiere di un abitante della dimora. Il resto è un insieme di oggetti d’uso quotidiano lasciati al loro posto e ormai privi di una funzione. Di sopra, il ritratto del cresimando e la scritta attenti al cane, che sembrano messi lì a custodire gli spazi della casa che nessuno dovrebbe violare.


Categoria: edifici civili
Tipologia: casa di campagna
Stato: abbandonata
Visita: breve passaggio
Dintorni: poco abitati
Aggiornamento: marzo 2023

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