Se si mette da parte qualsiasi connotazione simbolica o teorica e si riporta il termine deriva al suo primo significato, ebbene, si coglie nel migliore dei modi il senso di questa esplorazione: l’avvicinamento a questa villa nobiliare è stato tutto uno sbandare, un arrancare, un perdere le speranze di arrivare finalmente a destinazione.
Andiamo con ordine: la villa nobiliare si trova nel mezzo delle campagne coltivate dell’hinterland campano, e dalla strada un occhio attento vede spuntare giusto la parte più alta della facciata. Il resto è mimetizzato dietro rovi, alberi e piante: come se la natura si fosse innalzata a voler nascondere questo palazzo storico da occhi indiscreti. Farsi largo e superarla indenne è stata una piccola impresa strategica e atletica, cercando e trovando un percorso che conducesse oltre la boscaglia all’interno delle mura. Non prima di un accertamento ‘diplomatico’ con un contadino al lavoro nei dintorni, che ha garantito sullo stato di abbandono dell’immobile, classificato come bene archeologico ma dimenticato dagli enti pubblici.
La dimora appartenne a una famiglia nobiliare campana e nell’Ottocento servì da tenuta di caccia e residenza invernale per i sovrani. Negli anni Quaranta fu violata e completamente sventrata dai soldati tedeschi, che ne bruciarono anche gli arredamenti. Ad oggi l’edificio è privo di qualsiasi manutenzione, men che meno opere di restauro, e versa in gravi condizioni.
L’incuria e il tempo hanno prodotto diversi crolli, solo alcune superfici esterne e pochissimi ambienti interni conservano traccia della bellezza di un tempo: l’unica vera perla rimasta è una splendida cappella, o almeno quello che ne resta. Le stanze dei piani superiori, di particolare interesse architettonico, sembrano ormai collassate e raggiungerle a piedi è pressoché impossibile.
Su un lato, una piccola torre rivela l’esistenza di una precedente fortificazione. Un cancello arrugginito chiude l’altro ingresso al cortile: per andar via bisogna malauguratamente ripetere il tragitto proibitivo dell’andata, con il solo vantaggio di conoscere già le peripezie del percorso.
Abbiamo raccontato di questa tenuta di caccia, con qualche foto in più, in un articolo sul sito Ascosi Lasciti.
Tipologia: villa nobiliare, tenuta di caccia
Stato: abbandono, quasi un rudere
Zona: hinterland campano
Raggiungibilità: in auto
Dintorni: scarsamente abitati
Visita: non consentita
Durata: 60 minuti
Aggiornamento: dicembre 2018