Tra confische e abbandono, la ‘Villa dei combattenti’


All’apparenza la scena si lascerebbe inquadrare nella cornice dell’ordinarietà: una villa rurale abbandonata, a occhio e croce costruita a inizio Novecento, mezza nascosta dalla vegetazione spontanea in fondo a un sentiero di campagna, sopra un terreno incolto. Niente di straordinario, se non che di antiche residenze abbandonate, in Campania, se ne trovano poche. La zona è un’area piuttosto desolata dell’hinterland, attraversata unicamente da vetture. L’edificio è quasi un rudere, gettato lì da decenni e, con ogni probabilità, resta invisibile alla maggioranza dei guidatori, che transitano a velocità elevata sulla Statale che fende le campagne. Tuttavia, che non si tratti di un ritrovamento ordinario lo testimonia già una targa (che non mostriamo) apposta non molti anni fa davanti ai terreni agricoli confinanti – ‘classiche’ storie locali di malavita, confische e tentativi di recupero – e, ancor prima, quella sbiadita scritta cubitale sulla facciata dell’edificio: COMBATTENTI.

 

Non meno sbiadito è il rosso pompeiano delle facciate esterne dell’edificio che, insieme alle merlature e alla torretta centrale, conferivano un che di nobiliare a questa villa rurale abbandonata. Le colonne in pietra che precedono il giardino interno, anch’esse merlate, contribuivano all’eleganza dell’insieme architettonico, ma il tempo e la natura hanno ormai rosicchiato la veste aristocratica della residenza.
Si diceva, spicca su un balcone la scritta combattenti: non si tratta di un’iscrizione autocelebrativa di guerrafondai o militaristi, bensì rimanda a una storia di sequestro che la villa ha in comune con i terreni confinanti, ma in tempi storici ben più remoti e per altre ragioni. Mai registrata all’ufficio imposte, la residenza fu confiscata per decreto regio in epoca fascista, all’alba della seconda guerra, e assegnata all’Opera Nazionale dei Combattenti.

Dopo lo scioglimento dell’ente nel 1977, l’immobile è plausibilmente passato in mano a privati: il successivo abbandono è avvenuto per motivi a noi ignoti. Nelle mappe catastali recenti, la villa risulta frazionata in ben cinque nuclei abitativi. Infatti, la disposizione interna degli appartamenti, ciascuno con porte blindate, singole cassette postali e con la propria cucina, conferma l’indicazione dei documenti ufficiali. Non deve ingannare, dunque, l’architettura appariscente della villa, di certo antica, che d’altronde ha attirato da lontano la nostra attenzione: in assenza di qualsiasi segnale di proprietà o di sbarramento di sicurezza, abbiamo fatto capolino e scattato qualche foto.

 

La dimora, dunque, è stata abitata da più famiglie all’interno di piccoli appartamenti arredati con mobilia comune, tipica di una casa di campagna. Diversi indizi lasciano supporre che l’edificio sia in questo stato da almeno due decadi: alcuni poster di musica pop nelle stanzette dei ragazzi rimandano alla seconda metà degli anni Novanta. In verità, sono molteplici gli oggetti d’uso quotidiano ancora al loro posto (altre immagini a questo link), incluse alcune fotografie familiari. Tra le diverse cianfrusaglie gettate alla rinfusa nelle stanze, c’è anche una cornice contenente una ricostruzione genealogica, che rimanda a una casata nobiliare: anche questa, però, può depistare, visto che è soltanto una di quelle stampe a pagamento che chiunque può richiedere per puro gusto narcisistico [per rispetto della privacy preferiamo non mostrare nessun dettaglio personale].

Un po’ ovunque si notano segni di pernottamenti abusivi, che si sovrappongono alla vita preesistente, rendendo difficile riconoscere storie familiari univoche. Il futuro è altrettanto incerto: notizie molto recenti (un anno fa) parlano di costosi progetti di riqualificazione dell’edificio e conversione in museo e/o B&B, ma la nostra piccola esperienza in ambito di edilizia dismessa legittima qualche dubbio sul destino di questa villa rurale abbandonata, che al momento sembra, piuttosto, prossima a crollare su se stessa.


Tipologia: villa rurale novecentesca
Stato: abbandonata, pericolante
Accessibilità: aperta, senza interdizioni
Aggiornamento: ottobre 2022

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