Il passato resta visibile solo nelle forme in cui appare all’oggi: in cui è utile all’oggi. Che sia accumulo di rovine, esibizione monumentale o aggiornamento della produzione. Così, sullo stesso suolo affacciato lungo le rive del fiume Irno riaffiorano strati di storia. Un’unica storia, ma trattata in tre modi diversi: calcificata in ruderi di archeologia industriale; riaddobbata sulle superfici di una palazzina restaurata; completamente rasa al suolo per lasciare spazio al nuovo. Quello che concretamente è visibile oggi, da un lato, è un esteso centro commerciale dalle linee moderne; dall’altro, le carcasse di vecchie fabbriche; in mezzo, una villa stile Liberty, che fu la sede amministrativa della MCM di Fratte, piccola frazione appena fuori Salerno.
La strana combinazione, che colloca gli uffici e la direzione di una fabbrica tra le sfarzose mura di una villa ottocentesca, trova chiarimenti se si guarda al territorio circostante: tra Capezzano e Pellezzano si estende un’area conosciuta come “Villini svizzeri” per la presenza di eleganti dimore costruite intorno alla metà dell’Ottocento ad opera di ricchi industriali provenienti dalla Svizzera, e tutte ancora in ottimo stato di conservazione e in uso. Tra queste spicca Villa Wenner (1862), che porta il nome di Federico Alberto Wenner, un imprenditore nativo di San Gallo. Costui, all’epoca del Regno delle Due Sicilie, diede una spinta significativa al settore manifatturiero campano, approfittando del basso costo del mercato del lavoro nell’Italia preunitaria, dell’energia idrica offerta dalla rete fluviale locale e dell’embargo napoleonico che frenava le importazioni da produttori statunitensi e inglesi. Così, in società con altri connazionali, Wenner nel 1829 fondò il primo cotonificio a Fratte, introducendo di fatto la manifattura tessile nell’Agro nocerino-sarnese e dando vita a una delle prime e più importanti realtà industriali del Regno, tanto che la zona di Salerno conquistò l’appellativo di “Manchester delle Due Sicilie“. Col tempo le fabbriche si moltiplicarono e nuove sedi sorsero ad Angri, Nocera, Poggioreale. Un secolo più tardi, nel 1918, gli stabilimenti vennero nazionalizzati e assunsero la denominazione di Manifatture Cotoniere Meridionali, abbreviate con l’acronimo MCM.
Dello stabilimento manifatturiero di Fratte oggi restano vuote carcasse sulle sponde dell’Irno (qui altre foto). Altri edifici della fabbrica originaria (qui una foto d’epoca) sono stati abbattuti per lasciar posto al centro commerciale Le Cotoniere, che solo nel nome porta l’eredità del florido passato locale. Questo glorioso passato, invece, avrebbe dovuto essere conservato ed esposto proprio nella villa stile Liberty che, nella sua veste restaurata e nella sua posizione mediana tra fabbriche abbandonate e centro commerciale, fa da simbolico aggancio tra il vecchio e il nuovo. L’ex sede amministrativa MCM doveva diventare infatti museo industriale e archivio storico.
La villa, attualmente chiusa e abbandonata, si articola su tre livelli e spicca per le file di finestroni, che alternano forme arcuate e rettangolari, tutte sormontate da modanature ad arco. La breve gradinata dell’ingresso frontale conduce in un piccolo vestibolo, delimitato su un lato da un parapetto a colonnine doriche. Ai piani superiori, sopra al vestibolo si notano due terrazze di diverse dimensioni: la prima riproduce le colonne del piano terra, la seconda presenta una ringhiera ottocentesca in ferro battuto. Tra gli elementi decorativi spiccano il mappamondo in metallo e l’orologio, sulla cui sommità svetta un parafulmine. I giardini circostanti sono ben curati, la fontana è persino in funzione, d’altronde il suolo è incluso nel complesso del centro commerciale. La palazzina è stata visibilmente ristrutturata dentro e fuori, ma all’interno (come si nota sbirciando dalle finestre) sono evidenti i segni di disuso.
Dichiarato luogo di interesse storico nel 1983 (MIBACT), l’immobile è divenuto formalmente nel 2005 e fattualmente nel 2018 bene di proprietà del Comune di Salerno, sollecitando diversi progetti di riqualificazione. Il piano di recupero prevedeva una conversione in centro culturale, per ospitare l’archivio storico delle MCM e il museo dell’industria del Regno delle Due Sicilie (fonte). In seguito si è pensato di destinare una parte dei locali dell’edificio ad uffici comunali e di collocarvi anche un Museo della Città di Salerno (fonte). Nel 2021 si sono ridiscusse tutte queste opzioni, pensando anche ad un museo d’arte contemporanea (fonte). Ma la cultura non rende profitti immediati, e di fatto la sola opera di modernizzazione resta il grosso shopping mall eretto accanto alla villa ottocentesca, la cui ultima funzione effettiva è stata appunto quella di fornire locali per il reparto amministrativo della società Cotoniere Spa, proprietaria del centro commerciale.
Tipologia: uffici abbandonati
Stato: ben conservato
Zona: Salerno
Raggiungibilità: in auto
Accessibilità: inaccessibile
Aggiornamento: aprile 2022