NOTIZIE – Per chi arriva in auto a San Severino di Centola non può passare inosservato il ponte ferroviario di costruzione fascista che, con i suoi archi, ancora svetta sulla piccola Strada Provinciale e sopra il fiume Mingardo, che scorre placido nella vallata sottostante, scavando costantemente la cosiddetta Gola del diavolo e, più avanti, un’altra forra detta “valle dell’inferno” o più comunemente nota come Gola della Tragara.
Sulla superficie in mattoni rossi è ancora ben visibile l’inequivocabile stemma del fascio littorio, che rimanda all’edificazione originaria di questo ponte.
La realizzazione dell’infrastruttura è infatti parte di un programma nazionale di ammodernamento della rete ferroviaria italiana, avviato nel 1922 per volere di Mussolini e durato circa un decennio. Così il ponte sul Mingardo, costituito da otto arcate in muratura, fu terminato nel 1928 e inaugurato nel 1929. Il ponte fascista in realtà sostituiva una struttura precedente a tre arcate e in travatura metallica, costruita nel 1984 in seguito all’apertura della nuova linea ferroviaria tra Castrocucco e Pisciotta, proprio quella che aveva causato lo spopolamento del borgo antico di San Severino di Centola per lo spostamento a valle degli abitanti, e di cui avevamo parlato nel nostro precedente articolo (clicca qui per leggerlo).
Il ponte ferroviario sul Mingardo, che sembra quasi infilarsi nella rupe biforcuta su cui è aggrappato il centro antico di San Severino, è considerato un’opera di alta progettazione ingegneristica. Infatti, la struttura portante si regge incassandosi nella parte più stretta del fiume: una posizione strategica che fu cruciale durante la seconda guerra mondiale per la salvezza della struttura, evitando i bombardamenti aerei.
Lo scherzo del destino è che a mettere a rischio il ponte è una banale minaccia presente: il ponte sopravvissuto alle bombe e alla guerra oggi è abbandonato e necessiterebbe opere di restauro e messa in sicurezza, ma soprattutto è preda di diversi atti vandalici. Un articolo di Repubblica dell’anno scorso denuncia la rimozione o distruzione di parti del cordolo sul viadotto superiore, percorso utilizzato anche per il trekking.
DERIVA – Noi ci siamo incamminati tra le frasche della vegetazione spontanea cresciuta sul ponte, lo abbiamo percorso per intero fino a raggiungere l’imbocco del tunnel, anch’esso in muratura. Di qui la vista sulla doppia rupe di San Severino è perfetta.
L’interno della grotta ha ben poco da dire, buio e spoglio com’è. Ma dall’apertura del tunnel si scorge ancora la sagoma del borgo medievale con un’inquadratura suggestiva. Ci siamo spinti fino all’altra uscita: da questa posizione si nota uno scorcio del nuovo ponte ferroviario in cemento armato, attualmente in esercizio, ancor meglio visibile dall’altura su cui riposa San Severino.
Il ponte fascista sul Mingardo è rimasto in funzione fino al 1965, quando fu dismessa la linea su binario singolo, ed oggi rientra tra le infrastrutture celebrate nella cornice della giornata nazionale delle ferrovie dimenticate.
Tipologia: ponte ferroviario
Stato: dismesso
Zona: Parco Nazionale del Cilento
Raggiungibilità: agevole a piedi
Dintorni: abitati
Visita: indisturbata
Durata: 10-20 minuti
Aggiornamento: dicembre 2019