Un’insolita ghost town: la città dei dinosauri


Per i nati (e cresciuti) prima dell’esplosione digitale e della diffusione del web, i libri illustrati di dinosauri hanno accompagnato molte letture infantili, plasmandone l’immaginario almeno finché Spielberg non realizzò sul grande schermo l’illusionismo di una rinascita della fauna mesozoica, con il primo, celebre Jurassik Park del 1993. Se visitare uno zoo di dinosauri viventi resta pura fantascienza, aggirarsi tra riproduzioni statiche di animali preistorici non è affatto un’impresa impossibile: nel Sud Italia non mancano diversi parchi a tema. La Città dei dinosauri era tra quelli meglio riusciti, con figure costruite in vetroresina e dalle dimensioni imponenti, tali da trasmettere almeno in parte quel senso di ‘inferiorità somatica’ che un essere umano proverebbe all’incontro con una bestia giurassica. Peccato che il parco tematico sia dismesso e abbandonato da quasi sei anni.

 

L’estetica della Città dei dinosauri è curata nei dettagli, a partire dall’ingresso in finta pietra che dovrebbe riportare la mente a un’epoca remota, distante dal mondo evoluto della tecnica. Il parco – collocato nella natura e su un lungofiume – è suddiviso per rispondere alle diverse esigenze di fruizione dei visitatori: lungo i sentieri che conducono dall’area relax alberata fino alla biglietteria con punto ristoro, negozio di souvenir e sala multimediale, si ergono i vari esemplari della fauna preistorica che popolano questo giardino giurassico, con tanto di cartelli esplicativi di ciascuna specie (per lo più vissute, in realtà, nel Cretaceo e non nel Giurassico).

Ai margini della zona picnic svetta, tra gli alberi, il lungo collo dell’Apatosaurus, raffigurato plasticamente in un trittico quasi laocoontico, tra due carnivori che cercano di azzannarlo. Dal lato opposto del parco, pascola pacifico un Edmontosaurus dal bizzarro becco d’anatra. Nel mezzo, qua e là si notano diverse sottospecie di raptor, con la tipica espressione degli occhi allucinata; in un prato, sotto l’erba alta si nascondono realistiche riproduzioni dei piccoli Hypsilophodon, antenati delle odierne iguane; la statuetta del Protoceratops fa da preludio alla cruenta scena di un T-Rex in versione ridotta, che divora quel che rimane di un grosso triceratopo. Il secondo tirannosauro è incredibilmente prossimo alle dimensioni originali: spicca solenne e minaccioso dalla vegetazione di una collinetta sopraelevata e sembra cercare, dall’alto, la sua prossima preda.

 

Scrivere al presente della Città dei dinosauri equivale a raccontare i muti resti di ciò che voleva essere ed è stata fino a sei anni fa questa struttura: nell’aprile del 2017 l’attività è cessata, nonostante la campagna di restauro e pubblicità iniziata nell’autunno del 2015 con un cambio di gestione. Un ingresso costava 3€ per i bambini e 5€ per gli adulti, con tariffe speciali per gruppi e scolaresche. Oggi la visita è gratuita: l’effetto scenografico e di immedesimazione risulta persino più intenso per un solitario avventore del parco, ‘indifeso’ tra le bestie preistoriche; ma lo scenario di desolazione e abbandono, più che rimandare allo spettacolo hollywoodiano di un Jurassik Park per turisti, ne ricorda il finale survival in fuga tra le aree dello zoo in disfacimento e privo di misure di sicurezza. Con la differenza che, qui, i dinosauri almeno non possono muoversi.


Categoria: parco di divertimento
Tipologia: giardino tematico
Stato: dismesso
Zona: Beneventano
Dintorni: corso fluviale
Durata della visita: 30 minuti
Aggiornamento: febbraio 2023
Altre foto: album FB a questo link

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