L’ospedale sul mare – Partendo in auto dalla costa, si percorrono in salita quattro chilometri di tornanti, che si arrampicano su un’altura raggiungendo infine i 250m di altitudine. Man mano si spalancano scorci di un panorama spettacolare che, una volta raggiunto il paese posto sulla sommità della strada, combina la vista di un meraviglioso scenario marittimo alla sensazione pacificante che procura la natura quando è ancora immune agli addensamenti urbani. Nel punto più alto del piccolo centro abitato, svetta un’imponente costruzione in cemento le cui linee rimandano inequivocabilmente agli anni Settanta-Ottanta: basta uno sguardo per accorgersi che si tratta di una struttura abbandonata.
La storia di questo ospedale sul mare è piuttosto nota, e ripercorre il classico plot delle incompiute italiane. Fondi per decine di miliardi di lire. Quasi trent’anni di lavori di progettazione e costruzione, conclusi (dopo svariate sospensioni burocratiche) negli anni Ottanta. Lavori di ristrutturazione negli anni Novanta. Tutto ciò non è bastato, però, a far sì che questo nosocomio, una volta completato, diventasse operativo e pronto ad accogliere i degenti. Eppure, l’infrastruttura ospedaliera è sorta in un’area marittima della Campania del tutto sprovvista di alternative, e sarebbe (stata) più che preziosa, se solo fosse mai entrata in funzione: diversi cavilli – dal numero dei posti-letto inferiore alla soglia minima, all’avvicendarsi delle Asl locali, fino all’accavallamento di normative sanitarie – ne hanno ostacolato l’effettiva messa in attività.
Pensare che le attrezzature erano tutte pronte. Erano stati emessi finanche i concorsi per l’assunzione di personale medico e infermieristico, ma proprio su questo terreno si è aperta una crepa: ne è nato un caso politico-amministrativo, avvolto da dubbi dovuti alla effettiva ubicazione della struttura, di certo affascinante e panoramica, ma di non immediata accessibilità per la posizione sopraelevata. Il sospetto era che fosse stata costruita unicamente per ottenere fondi e bandire posti di lavoro, tant’è che l’ospedale tuttora fatica a trovare un futuro plausibile.
Dopo essere stato sgomberato e lasciato lì come una carcassa vuota, dall’inizio del nuovo millennio l’ospedale sul mare è divenuto tristemente una sorta di deposito per materiali di diversa natura. Gli ambienti che dovevano ospitare apparecchiature mediche, sale operatorie, stanze per il ricovero dei malati e via dicendo, nei piani inferiori sono occupati da rifiuti e scarti di vario tipo. L’edificio si sviluppa su sei livelli, tre dei quali destinati originariamente ai posti letto: al primo e secondo piano, corridoi e sale appaiono del tutto spogli, salvo una stanza che sembra aver ospitato abusivi per qualche tempo. Il resto è desolazione e silenzio.
Tipologia: ospedale
Dintorni: mare e natura
Edificazione: anni Ottanta
Aggiornamento: fine 2022