Un caso di malasanità scoppiato dopo il decesso di un paziente ricoverato per una semplice gastroscopia? Uno scandalo di corruzione amministrativa o nelle procedure di assunzione del personale infermieristico? Malfunzionamenti nelle apparecchiature mediche e relativi rischi per la sicurezza? Sono queste di solito le cause di fallimento di una struttura sanitaria, ma restano tutte pure ipotesi quando si brancola nel buio come in questo caso: non siamo stati in grado di trovare alcuna notizia in rete (né anima viva in strada a cui chiedere informazioni) sulla storia della clinica Villa Maria.
Oltre il nome riportato a caratteri cubitali sul tetto, siamo riusciti a scoprire poco altro, se non che il ricovero prevedesse un pagamento anticipato, come riporta minacciosamente un’insegna ormai logora e arrugginita all’esterno del cancello. Non resta allora che utilizzare l’unico indizio disponibile per immaginare una trama fittizia e favoleggiare sulle ragioni della chiusura di questa clinica privata: bancarotta per mancanza di pazienti, di fronte alle eccessive pretese finanziarie avanzate per fornire servizi sanitari che gli abitanti del luogo non potevano permettersi.
D’altronde, non è difficile supporre che i prezzi non fossero proprio i più accessibili, se si pensa che “Villa Maria” è solo il nome dell’ex clinica che, in realtà, aveva sede entro un’antica residenza storica del territorio nolano, originariamente appartenuta ai marchesi Imperiali. La casata nobiliare decise di venderla nei primi del Novecento, e da allora fu trasformata in una struttura ospedaliera, conservando stili e decorazioni neogotiche della villa.
Le origini di pregio dell’edificio si possono ancora apprezzare in alcuni dettagli rimasti all’interno della struttura ospedaliera: pur nel grave degrado che la avvolge, si può ancora ammirare la scalinata a volte, così come gli angioletti e le altre decorazioni nell’anticamera retrostante l’ingresso principale. Anche l’ariosa scala dell’atrio ha il suo fascino, per il resto c’è poco altro da scoprire, se non le targhe sulle porte che rimandano alla divisione delle stanze della clinica.
Sebbene annoverata tra i beni architettonici del territorio, Villa Maria versa in uno stato di decadimento che la avvicina quasi a un rudere. Gli interni sono pressoché spogli, salvo quattro lampade scialitiche e rispettivi bracci flessibili, che ancora pendono dal soffitto e lasciano supporre la presenza di sale operatorie al primo piano.
Abbiamo scherzato con la fantasia nel tentativo di ricostruire una possibile ragione per la dismissione di questo servizio pubblico. In realtà, tutto quello che sappiamo è che la clinica era attiva dalla prima metà del secolo scorso, ma non conosciamo le ragioni e la data della chiusura, e possiamo solo rammaricarci nel vedere un’antica villa nobiliare ridotta in questo stato.
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Tipologia: clinica
Stato: svuotata e in rovina
Raggiungibilità: semplice a piedi
Accessibilità: semplice
Durata: 45 minuti
Aggiornamento: dicembre 2019