Nel territorio dell’attuale Calvi Risorta giacciono, dimenticati e abbandonati, i resti archeologici della città di Cales, il principale centro urbano dell’antico popolo degli Ausoni. A poche centinaia di metri, in un’area monumentale affacciata sulla Casilina, svetta il Castello angioino-aragonese, sorto già nel IX sec. e rimodellato nel XV, quindi restaurato di recente ma presto tornato inagibile per il pubblico. Appena accanto c’è la dogana borbonica, un angusto corpo di guardia in cui il 26 ottobre 1860 Garibaldi si rifugiò per una notte e ricevette la Deputazione siciliana, nella stessa data del celebre incontro di Teano con Vittorio Emanuele II. È invece tuttora attiva l’adiacente Concattedrale romanica dedicata a San Casto, edificata nel IX sec. ma più volte ristrutturata fino ad aver assunto le sembianze odierne. Nella stessa area monumentale lungo la Casilina, e appartenente alla stessa diocesi della cattedrale, c’è infine un elegante palazzo settecentesco, che in verità fu il seminario diocesano di Calvi.
In questo singolare agglomerato di monumenti storico-religiosi, lontano dal centro abitato ma frequentato dai fedeli che si recano in chiesa, l’ex seminario diocesano di Calvi è l’edificio più bello da vedere e allo stesso tempo quello peggio conservato. La sua origine risale al XVIII secolo, ma già nel 1682 la Diocesi di Calvi aveva messo in atto l’idea di fondare un seminario locale. L’edificio seminariale sorse per iniziativa del Mons. Filippo Positano, che acquistò la dimora di una famiglia di Capua sita nell’area di Calvi Vecchia, proprio all’angolo della strada che conduceva alla concattedrale romanica. Iniziarono così lavori di conversione e ampliamento della struttura, “in modo da poter accogliere una sessantina di seminaristi con i professori” (fonte: Calvirisorta). L’inaugurazione avvenne il 16 maggio del 1727, giorno della visita e della benedizione ufficiale del Papa Benedetto XIII durante un viaggio di ritorno da Benevento a Roma. Al Mons. Positano successero il Mons. Danza e quindi il Mons. Zurlo (poi Arcivescovo e Cardinale di Napoli), il quale si impegnò a migliorare e allargare l’edificio, facendo abbellire il portone, ampliare il cortile e costruire due grandi camerate.
Di tutto questo oggi resta una traccia che sta lentamente sbiadendo.
Come gran parte delle strutture simili, l’ex seminario diocesano di Calvi resta in attesa di restauro, con l’idea di trasformarlo in un museo archeologico da collegare ai ruderi della vicina Cales. Il progetto ha però più di 10 anni (link), e al momento non sembrano esserci movimenti in atto per recuperare l’immobile, che è del tutto inaccessibile per gli sbarramenti anteriori e per la fitta sterpaglia cresciuta spontaneamente intorno al palazzo. Noi ci siamo fermati qui all’ora prima del tramonto e abbiamo fotografato il possibile: non abbiamo potuto far altro che contemplare dall’esterno la bellezza di questo edificio religioso, colorato dalla luce tardopomeridiana, e sottratto allo sguardo dei suoi potenziali ammiratori.
Tipologia: seminario
Stato: degrado strutturale
Raggiungibilità: in auto
Dintorni: altri monumenti storici
Posizione: fuori dal centro abitato
Aggiornamento: marzo 2023