Lungo una Provinciale dell’entroterra campano, surriscaldata dal sole estivo di luglio, svetta la torre di un campanile invecchiato e screpolato, ma ancora in piedi. Un cancello arrugginito e semiaperto immette in un cortile, che anticipa un doppio corpo architettonico: la chiesa maggiore, il cui portone è sbarrato, e una cappella più piccola, la cui porta d’ingresso è invece mezza divelta. L’immagine complessiva non è in fondo così disastrata, se si considera che l’edificio sacro risulta abbandonato fin dal terremoto del 1946. L’appellativo, chiesa dell’Annunziata, è dedicato alla Vergine Maria come chissà quante altre strutture religiose della Campania e della penisola italiana.
Il corpo principale, d’epoca rinascimentale (XV secolo), presenta una struttura a tre navate. Un tempo, la pavimentazione era composta di mattonelle in ceramica istoriata, ma oggi si cammina sul terreno scoperto. Oltre ai pavimenti, negli anni sono spariti pregevoli stucchi e l’intero altare, originariamente rivestito da un prezioso paliotto raffigurante il mistero della redenzione. Resistono alle pareti, sebbene sfigurati dal tempo, angioletti in altorilievo, che sovrastano le cornici di affreschi e stucchi ormai scomparsi.
Una discesa sotterranea nella zona dell’altare doveva essere una cripta, ma non ci siamo avventurati nel sottosuolo, scoraggiati dall’accesso angusto e dalla quantità di insetti. Orde di zanzare ed altre specie entomologiche affollano, almeno in estate, la chiesa dell’Annunziata, in coabitazione con qualche piccione che ha nidificato in cima a una navata.
La cappella adiacente è ancor più scarna e piuttosto buia: nessuno spunto degno di nota, se non una soffittatura a volte con decorazioni floreali. In un angolo nella penombra s’innalza una scalinata stretta e malridotta, che si arrampica all’interno del campanile. Non un’idea brillante quella di imboccare la scala e percorrerla fin sopra, visto che in prossimità della cima si restringe al punto tale che proseguire è una sfida di equilibrio e concentrazione, mentre gli scalini si fanno fin troppo friabili e cedevoli. Un rischio inutile, tanto più che ai piani superiori non resta nulla da scoprire… o quasi.
Il solo premio alla fatica è stato quello di raggiungere e suonare la campana: un unico rintocco, del tutto fuori orario, ma è stata la mia prima volta nei panni di un improvvisato monaco!
Prima di andar via, ancora un’ultima tappa: di fronte alla chiesa dell’Annunziata si trova una piccola cappella votiva senza nome e senza copertura. Sopra il portale d’ingresso, una statuetta di Gesù; dentro la cappella a cielo aperto, una statuetta della Madonna. La legittima conclusione per un’ora d’immersione totale nel genere del ‘sacro abbandonato’.
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Tipologia: chiesa
Stato: quasi un rudere
Durata: 45-60 minuti
Aggiornamento: luglio 2020