Conosciuta anche con il nome ufficioso di “complesso delle ex-carceri”, la parte alta del centro storico di Salerno è meglio nota come Complesso degli Edifici Mondo: un gruppo architettonico sorto con funzione religiosa fino a quando, agli inizi del XIX secolo, un decreto napoleonico comportò la soppressione degli ordini religiosi nel Regno delle Due Sicilie e la conversione degli edifici sacri. Una sorte comune per l’architettura religiosa in Campania, e che abbiamo già testimoniato in numerosi nostri articoli. Diverso il destino per una piccola cappella adiacente a un monastero di frati cappuccini: la chiesa di San Filippo Neri non subì modifiche funzionali né architettoniche e ha potuto conservare le sue bellezze, ma oggi versa in un vergognoso stato di abbandono e degrado.
Ma procediamo con ordine: girovagando per la zona, tra strette vie pendenti e scalinate, si possono scovare tutte le antiche costruzioni monumentali che compongono il complesso degli Edifici Mondo. Nei pressi della chiesa di San Filippo Neri, poco più in basso, si nota il convento di Santa Maria di Montevergine, sorto nel lontano XI secolo e adibito, nel Settecento, a conservatorio femminile per donne bisognose, funzione ripresa nel secolo scorso, prima di venire abbandonato. Poco più avanti sorge il convento di San Pietro a Maiella e San Giacomo, fondato nel XIV secolo per ospitare l’ordine monacale dei Celestini. Oggi è abbandonato e inaccessibile (abbiamo fotografato solo una nicchia nelle mura perimetrali), ma al suo interno resta ben poco: soppresso nel 1807, fu presto annesso all’adiacente carcere maschile, ovvero l’ex convento di San Francesco (XIII secolo). I due edifici sacri, così riconvertiti, costituivano insieme il complesso delle carceri di S.Antonio, di cui oggi si notano dall’alto i tetti crollati.
A qualche centinaio di metri di distanza si trova l’enorme Palazzo San Massimo, disposto su quattro livelli e che, tra diverse trasformazioni architettoniche, vanta una storia lunga oltre un millennio. Neanche a dirlo, questo palazzo nobiliare sorse originariamente come chiesa nel lontano IX secolo, poi ospitò al suo interno un monastero e una cappella, completando dunque il quadro di un gruppo ravvicinato di edifici religiosi che configurano questa zona come una sorta di “villaggio sacro”.
Compiuto il percorso storico, è il caso di chiudere il cerchio tornando alla chiesa di San Filippo Neri. A differenza dei conventi, ben serrati e in attesa (eterna?) di restauro e riqualificazione, la chiesetta versa in un totale stato di abbandono e si avvia verso quello di rudere: se il portone d’accesso è chiuso, è soltanto per la presenza di qualche senzatetto che la usa come riparo. Eppure, al suo interno i tesori artistici sono notevoli, ma restano alla mercé di tutti e appaiono lasciati al degrado e all’usura del tempo.
Gli stucchi ottocenteschi e gli affreschi raffigurano episodi della vita di San Filippo Neri, del quale l’edificio porta il nome da quando fu acquisito dalla Congregazione dell’Immacolata Concezione di Maria Santissima e di San Filippo Neri (1761). La costruzione è però ben più antica (XVI secolo) e si deve ai Padri Cappuccini, che la intitolarono alla Santa Croce, come testimonia lo splendido dipinto sull’altare, sul quale sono rappresentati angeli in adorazione della croce. I frati, d’altronde, abitarono a lungo un altro monastero – e siamo a cinque in zona! – proprio adiacente alla chiesa della Santa Croce (clicca qui per l’articolo).
Una scala conduce al piano superiore: da quassù si può ammirare l’intero golfo di Salerno, ma la contemplazione del panorama non può che acuire il disappunto per un gruppo di edifici sacri e monumenti storici prossimi alla decomposizione.
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Tipologia: conventi e chiesa
Stato: abbandonati, pericolanti
Zona: Salerno
Dintorni: poco popolati
Durata: 90 minuti
Aggiornamento: febbraio 2020