Il Cimitero del Pianto è famoso, se non altro, per ospitare la tomba di Totò, all’anagrafe Antonio De Curtis. Ma non solo: qui sono sepolti Enrico Caruso, Ermete Novelli, Nino Taranto, la famiglia di attori e commediografi Scarpetta. Il camposanto occupa poco meno di 30mila metri quadri e, di fatto, è una sezione a sé stante, sebbene adiacente all’immensa area cimiteriale di Poggioreale. Un sobrio cancello colonnato, su Via Nuova del Campo, introduce all’unico viale di percorrenza, che da qui discende a serpentina lungo un pendio del monte Lutrecco, fino a raggiungere il punto più basso del giardino. A valle, passando sotto un arco, la strada termina infine in un piccolo slargo usato come parcheggio, dove si erge una chiesa monumentale chiusa e abbandonata: l’omonima Chiesa di Santa Maria del Pianto.
Il viale centrale del cimitero si snoda tra continui tornanti ed è costeggiato da piccole cappelle, mausolei e sepolcri familiari di varia eleganza o semplicità. Salta però agli occhi la presenza di diverse tombe malmesse e abbandonate che, per rispetto dell’intimità e della sacralità del luogo, abbiamo scelto di non fotografare. In verità, a partire dalla fine del 2021 sono circolate in rete numerose immagini e notizie sullo scarso stato di manutenzione del Cimitero di Poggioreale, che alle soglie del 2022 è stato soggetto ad alcuni crolli con la grave compromissione di sepolture private. L’evento ha allertato l’amministrazione comunale, che ha posto sotto sequestro la zona interessata. Fra giugno e luglio 2022, sui giornali si è letto ancora di lavori in corso per il recupero delle salme dalle cappelle crollate.
Il Cimitero del Pianto non versa in uno stato così precario, salvo alcuni edifici funebri ‘dimenticati’, ma l’omonima chiesa al suo interno è un monumento che meriterebbe maggiore attenzione e dignità. La storia rimanda alla gravissima pestilenza del 1656, quando fu utilizzata un’ampia cava di tufo, detta “grotta degli sportiglioni”, per isolare i cadaveri afflitti dalla peste. La Chiesa di Santa Maria del Pianto fu eretta l’anno successivo per opera dell’architetto e ingegnere regio Francesco Antonio Picchiatti, poi consacrata nel 1662 proprio in memoria delle vittime dell’epidemia. Solo due secoli più tardi sorse l’attuale cimitero intorno alla chiesa, che dunque ne è il nucleo originario. L’edificio sacro è in disuso dal 1987, quando fu dichiarato inagibile a causa di un cedimento strutturale sulla piazza antistante, dovuto alla presenza di un ambiente ipogeo profondo 42 metri: si tratta di antiche cave sotterranee da cui già nel V secolo a. C. i greci estraevano blocchi di tufo.
Appare oggi corrosa e consunta la facciata baroccheggiante della chiesa, sulla quale due coppie di lesene reggono un frontone evocando le forme di un tempio greco. Ai due lati del timpano si innalzano due campanili, uno dei quali è ancora decorato da un orologio ormai privo di lancette. L’interno, a croce greca, è inaccessibile. Un tempo conservava opere pittoriche di Andrea Vaccaro e Luca Giordano, poi trasferite nel Museo di Capodimonte e nel Palazzo Reale.
Ad oggi il portale principale è chiuso e transennato, ma abbiamo potuto dare un’occhiata all’ala laterale dell’edificio, dove probabilmente erano collocati gli uffici per le funzioni cimiteriali ed alcune sale sepolcrali ora dismesse. Tutto il resto è inibito al pubblico, incluse le antichissime cave tufacee nascoste sotto la Chiesa di Santa Maria del Pianto, che da un fianco del Lutrecco svetta sopra mezza città. Più volte l’avevamo avvistata da lontano, guidando sulla SS162 dir nei pressi del Centro Direzionale: con un gioco di parole kitsch e banale, potremmo dire che ci ha pianto il cuore quando l’abbiamo raggiunta e trovata in questo stato di incuria.
Tipologia: chiesa abbandonata
Stato: cattiva conservazione
Zona: Poggioreale
Accessibilità: chiusa
Dintorni: area cimiteriale
Aggiornamento: maggio 2022