«La nostra ultima dimora», si legge su una delle due colonne che delimitano il cancello d’ingresso. Sull’altra appaiono i cognomi Tortora e Biondi, il primo legato alla casata nobiliare Tortora di Bosagro, il secondo al ramo femminile della famiglia. Il santuario della Madonna della Neve non è altro che l’edificio sepolcrale voluto dai Tortora nel 1847 per offrire ai propri familiari un luogo sacro per l’eterno riposo, e costruito in posizione elevata sulla collina di Casa Piana, territorio in gran parte di loro proprietà. Ad oggi il tempio funerario versa in uno stato d’abbandono e in condizioni statiche precarie, ma è ancora in piedi lì, tra gli stretti tornanti che si arrampicano sull’altura, in un punto isolato e silenzioso, nell’assoluta pace di un’oasi naturale tra i confini del Vallo di Lauro.
Il santuario della Madonna della Neve si presenta già esteriormente in decadimento, mentre le screpolate facciate dell’edificio si lasciano lentamente ricoprire dalla vegetazione. La struttura, in realtà, si compone non soltanto della chiesa e della torre campanaria, ma di una seconda metà adiacente che ospitava ambienti abitabili, al pari del piano superiore della chiesetta: probabilmente fungevano da alloggi durante le visite commemorative dei defunti.
Degli spazi domestici restano poche tracce, tra cui due stanze con camino e un’antica cucina. Il portone dell’ala adiacente è spalancato, ma per raggiungere la piccola cappella occorre percorrere le scale di legno e muratura, salire al secondo piano e attraversare solai a dir poco instabili, quindi una passerella che sovrasta la singola navata della chiesa e infine un’altra angusta scalinata che riporta in basso. Ancor prima di fare ingresso nella cappella, già si nota un ampio sepolcro trafugato e distrutto, che fa da amara anticipazione di uno scenario molto simile.
Sono infatti vuoti i loculi di Nicola Tortora, fondatore del santuario della Madonna della Neve, e quelli dei monsignori Luciano e Leopoldo Tortora, tutti defunti nel XIX secolo – si spera che le nicchie siano ormai sgombre per un trasferimento delle bare e non a causa di una profanazione delle stesse. Sopra ciascuna sepoltura è ancora riconoscibile lo stemma nobiliare, uno scudetto raffigurante due tortore appollaiate sui lati di un canestro. Di certo, però, il placido riposo eterno auspicato in questo luogo dalla famiglia è stato violato da sciacalli privi di scrupoli, che hanno portato via gli oggetti sacri e i materiali di valore, tra cui una preziosa statua della Vergine (fonte: archilovers).
Il santuario della Madonna della Neve, insieme ad altri beni immobiliari dei Tortora-Biondi, fu donato alle Suore della Carità, ma oggi resta alla mercé degli agenti atmosferici e dei malfattori: duole non soltanto constatarne lo stato di degrado strutturale, ma soprattutto gli empi furti e i vandalismi che hanno rovinato l’interno della chiesa. Vent’anni fa si leggeva di un progetto di recupero per farne un centro d’accoglienza: a questo punto è lecito ritenere che per il piccolo santuario non ci sarà una nuova vita.
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Tipologia: santuario familiare
Stato: instabile, in degrado
Zona: Vallo di Lauro
Dintorni: natura
Visita: sconsigliata
Aggiornamento: febbraio 2023