Su un versante del cimitero comunale di Caiazzo, al di là di una cinta di sterpi e vegetazione incolta, sopravvivono i resti di un santuario, edificato nel XV secolo dapprima come convento di Santa Maria delle Grazie. L’insolita ubicazione del convento, oggi annesso al camposanto locale, non è una casualità, anzi trova una significativa corrispondenza nella storia di questo edificio sacro: nell’Ottocento esso stesso fu convertito in un luogo di sepoltura, come preannunciano i teschi scolpiti nel ferro del cancello principale e, all’interno, come conferma la presenza di lapidi, loculi e iscrizioni commemorative.
foto di ©L.Maresca
Il convento di Santa Maria delle Grazie, sorto nel 1496 in posizione isolata per dare asilo al culto eremitico dei Padri Francescani, ha svolto tale funzione, dunque, per quasi quattro secoli, fino all’espropriazione forzata e alla conversione in un edificio a scopo sepolcrale. Dopo la confisca dell’immobile e l’estromissione dei frati che lo abitavano, l’eventualità di una corruzione o di un degrado delle forme rinascimentali e dell’impianto conventuale di questa struttura è stata forse scongiurata proprio dalla preziosa funzione cimiteriale assunta nell’Ottocento, facendo sì che esso rimanesse intatto fino alla seconda metà del XX secolo. Sul finire del Novecento, invece, un dissennato intervento di restauro (mai concluso) ha cancellato il piano sopraelevato del convento; gravi danni provengono, inoltre, da molteplici furti e atti di devastazione, che hanno compromesso decorazioni e arredi e fatto sparire pavimentazioni, marmi, statue e oggetti sacri.
[Sulla storia e le sorti di questo bene architettonico è stato pubblicato nel 2019 un approfondito studio di Antonio Friello, dalla cui introduzione abbiamo tratto le informazioni principali.]
La planimetria originaria del convento di Santa Maria delle Grazie è ancora visibile ma il chiostro, il giardino e la chiesa sono stati divorati dalla natura e dal tempo e, ancor peggio, violentati dai suddetti vandali e sciacalli. Tanto più grave è la profanazione di un simile santuario, se si considera che tra le sue mura erano ospitati e protetti i corpi dei defunti.
foto di ©L.Maresca
Duole rilevare come gli spazi interni, già malridotti, facciano anche da deposito per diversi materiali di scarto, come ha dovuto constatare Luca Maresca, autore delle fotografie qui mostrate: “Lo spettacolo che mi si è parato davanti agli occhi è stato a dir poco desolante; tutto giace nel degrado e l’edificio assomiglia più a una discarica che a un convento. Per il fascino estetico che su di me esercitano i luoghi sacri, ho cercato di inquadrare gli scorci migliori, ma non ho potuto fare a meno di notare lo sfacelo intorno a me”. Un ultimo sguardo virtuale lo dedichiamo alla chiesa, o a quello che ne resta, ancora grazie alle foto di Luca.
Tipologia: convento abbandonato
Stato: spoglio e pericolante
Accesso: sconsigliato
Durata della visita: 45 minuti
Fotografie: ©Luca Maresca
Aggiornamento: novembre 2022