I ‘giardini segreti’ e l’ala dismessa della certosa


La tentazione sarebbe quella di ricorrere a formule romanzesche ed evocare i misteri di un “giardino segreto”, ma in realtà non tutto corrisponde a quel luogo appartato e cinto da mura, all’interno del parco di una residenza privata, narrato nel libro per ragazzi di Burnett. Vero è che in pochi sono a conoscenza dell’esistenza di questi giardini pensili, sì nascosti da una cinta muraria che accompagna il percorso, ed anche chiusi e abbandonati da anni. Ma al contrario del giardino segreto del celebre romanzo, qui si tratta di un sistema di giardini terrazzati ben visibili sul fianco della collina del Vomero, allestiti con esplicite funzioni scenografiche e panoramiche, dunque destinati teoricamente all’uso pubblico. Soprattutto, l’impianto architettonico, di fatto, è parte di uno storico complesso religioso, giacché si tratta dei giardini pensili della Certosa di San Martino.

Dal 2010 i giardini sono stati dichiarati bene di interesse storico e artistico. Ma per un caso curioso la geometria dello spazio descrive un graduale passaggio verso l’abbandono. Il giardino posto al livello più alto, un tempo erbario della farmacia dei monaci certosini e ad oggi collocato all’esterno del museo, è in buone condizioni e curato, ma man mano che si procede verso valle la situazione cambia.

Partendo di nuovo dall’alto, ma aggirando il Castel Sant’Elmo e non la Certosa, si scoprono antiche mura in mattoni che non sono parte dei consueti tour turistici e non hanno manutenzione. Di qui si accede tramite una scala malmessa al livello intermedio del terrazzamento, dove corre un primo percorso che originariamente accompagnava l’orto del Priore. Già su questo livello si vedono ormai diversi segni di usura e, nonostante una discreta pulizia, l’insieme non sembra protetto dagli effetti degradanti del tempo.

 

Qui, dopo un breve tratto, termina l’area dei giardini pensili della Certosa di San Martino che è accessibile al pubblico. Eppure, più giù di una decina di metri, si estende parallelamente un lungo e rasserenante passeggio panoramico, che attraversa metri e metri di verde tra colonne e e rami di vigneti ormai spariti. Erano le vigne del convento, che coprivano i sentieri del cosiddetto camminamento dei monaci. Questi giardini sono ormai chiusi da anni e, se ora sono in condizioni appena percorribili, è perché qualche tempo fa qui è stata girata una scena di un noto film italiano.

Peccato, perché l’area rappresenterebbe uno spazio pubblico di esemplare bellezza. I parapetti che delimitano il sentiero affacciano direttamente sull’intero Golfo di Napoli: non solo la vista formidabile, ma anche il silenzio e la pace di cui si gode in solitudine allietano il viandante e impreziosiscono la camminata, mentre dal basso si ammira la facciata ‘marittima’ della certosa.

 

A metà dello stretto sentiero erboso che morbidamente cinge la collina, s’incontra una piccola “perla” architettonica: un antico padiglione ad archi e mura merlate, con funzione di belvedere, dove la sosta all’ombra intensifica il senso di tranquillità e la possibilità di godere senza disturbo della strepitosa vista sul mare (a questo link il nostro video YouTube, con particolare del panorama dalle finestre del padiglione). Sulle pareti interne sono vistose, purtroppo, le immancabili tracce del passaggio di grafomani.

[Altre foto dei giardini in questo album Facebook]

Passato il padiglione, il sentiero si biforca: la via panoramica più lunga, e una via interna più breve, procedono entrambe verso i piedi della certosa. Qui i rami dei vigneti si fanno più fitti, finché non si scorge una scalinata, ricoperta di arbusti, che conduce fino alla base dell’edificio sacro. Per chi non lo sapesse, la certosa ha ben ottocento anni: fu eretta in epoca angioina, per la precisione nel 1325, e inizialmente ospitò una comunità di soli 13 certosini, prima che quest’ultima si allargasse a circa 80 membri, che si prendevano cura anche delle aree coltivate (la storia completa è anche su Wikipedia). La scalinata termina accanto ad un’ala abbandonata della certosa, sottostante il museo e non distante dai sotterranei gotici. All’esterno ci sono pezzi di arredo e blocchi di marmo accatastati; poco più avanti si entra in una vasta sezione in disuso. Non ne siamo certi, ma potrebbe trattarsi dell’ala destinata al noviziato: un’ampia sala che si estende in lunghezza presenta su un lato due blocchi di pietra che forse reggevano un altare; lo spazio adiacente ha la stessa struttura ma ad oggi conserva un cumulo di scarti edilizi (a questo link un album Facebook con ulteriori foto della Certosa).


Categoria: edificio sacro e giardini
Tipologia: giardini pensili e certosa
Stato: disuso e scarsa manutenzione
Zona: Napoli, San Martino
Dintorni: campi coltivati
Raggiungibilità: a piedi
Accessibilità: chiusi al pubblico
Aggiornamento: febbraio 2021

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