Il monastero domenicano di Olevano sul Tusciano


Nel lontano 1535 i frati domenicani fondarono un convento con relativa chiesa in una panoramica posizione collinare sulla valle del fiume Tusciano, lontano dai nuclei che componevano il casale: sorgeva così l’antico Monastero di Santa Maria di Costantinopoli a Olevano sul Tusciano. Oggi l’intero complesso versa in stato di rudere ma ancora se ne coglie la grandiosità e l’importanza che dovette avere in questo territorio.

 

ALTREDERIVE – A volte le vicende quotidiane ti proiettano verso zone che forse mai avresti raggiunto per puro piacere o intenzione diretta, e in questi casi non resta che unire l’utile al dilettevole e spulciare le mappe per capire se nei dintorni ci può essere qualcosa di interessante. Così, dopo aver svolto una prova concorsuale ti ritrovi ad inerpicarti su una ripida collina per un viottolo sterrato che attraversa un enorme uliveto, tra mandrie al pascolo e il sole che tramonta alla tua sinistra. Capita poi che dopo qualche chilometro di passeggiata in ambiente bucolico ti si pari di fronte la facciata diruta di una chiesa, e al suo fianco il grosso rudere di un monastero: quella diviene inaspettatamente la nuova meta della giornata.

MONASTERO DI SANTA MARIA DI COSTANTINOPOLI – L’omonima chiesa era ad unica navata, ma oggi appare completamente spoglia e scoperta. Sulle pareti perimetrali si scorgono i resti di alcuni affreschi del XVII secolo. Accanto ad essa c’era il convento vero e proprio costituito da un chiostro centrale perimetrato da archi a tutto sesto, sorretti da colonne con capitelli alternati di tipo ionico e tuscanico. Intorno al chiostro si aprivano gli spazi conventuali comuni come la cappella e il refettorio, oggi totalmente diruto, nonché gli spazi di lavoro come il trappeto, ossia il frantoio dove venivano lavorate le olive raccolte negli uliveti intorno al monastero, e che ancora oggi rappresentano la principale coltura dell’area e ne disegnano il paesaggio.

Al piano superiore invece vi erano le celle dei monaci e una grande biblioteca per lo studio, come da prassi fra i domenicani. Dal chiostro, attraversando un portale secondario, si raggiungeva un grande hortus conclusus con un’alta muratura perimetrale che completava il complesso verso sud-est, e si concludeva con un belvedere dal quale si aveva (e si ha ancora oggi) un’immensa vista sulla piana sottostante fino al mare. Su una parete accanto all’uscita verso l’hortus resta qualche lacerto di intonaco nel quale sono incise alcune lettere e la data del 1535.

 

Il complesso monastico cessò di esistere in quanto tale durante il decennio francese, quando a partire dal 1806 furono promulgate alcune leggi di soppressione degli enti ecclesiastici e di incameramento dei relativi beni al demanio dello Stato allo scopo di ridurre il debito pubblico. La chiesa fu invece officiata fino al 1915, anno del definitivo abbandono: sorprende che in pochissimi decenni si sia raggiunto un tale stato di rudere e siano totalmente scomparsi intonaci, manufatti, tetti e pavimenti.

di Luigi Scarpato
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Categoria: edifici sacri
Tipologia: convento e chiesa
Stato: rudere
Accesso: non consentito
Dintorni: disabitati
Aggiornamento: marzo 2022

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