Quando il marchio di fabbrica è un cumulo di rifiuti tossici


Lo dice il cartello, ormai sbiadito: Isolmer. Lo lascia intuire il nome: si tratta di una fabbrica che produceva isolanti termoacustici e in particolare lana di vetro. A riempire gli archivi di diversi quotidiani online, tuttavia, non sono le notizie relative agli anni di produzione dell’opificio. Al contrario, il marchio aziendale è salito agli onori della cronaca solo dopo la sua dismissione, avvenuta ad inizio millennio: dal 2016 il nome Isolmer si è intrecciato con vicende – ahi noi – piuttosto comuni per le aree industriali dismesse della Campania.

 

Il tema in questione è l’annoso problema dello smaltimento dei rifiuti tossici, che su questo terreno abbandonato nei pressi di Teano si presentano sotto varie forme: da una parte, gli scarti ancora non smaltiti dell’attività produttiva dell’ex Isolmer; dall’altra, cospicue quantità di eternit disseminato su tutta l’area; non da ultimo, una significativa mole di rifiuti sversati abusivamente dai ‘soliti ignoti’.

Colpisce che ad intervenire sul posto, nel 2018, sia stato il Consigliere Regionale Gianpiero Zinzi, presidente della III Commissione Speciale Terra dei Fuochi. Intervento privo di esiti, dal momento che la società proprietaria della fabbrica non è comparsa all’appuntamento. Il paradosso è che la stessa società, in quei mesi, si era fatta avanti con un progetto pubblico di riqualificazione: l’idea beffarda era quella di trasformare l’ex Isolmer proprio in un impianto di smaltimento dei rifiuti. Un’ipotesi già emersa due anni prima ed energicamente rifiutata dalla Pro Loco Teano e Borghi, per gli ovvi rischi ambientali che ne discenderebbero. Senza contare che a poca distanza si trovano due grosse aree di servizio: i dolorosi echi della strage dello spolettificio La Precisa, a più di 50 anni, non hanno ancora lasciato i ricordi dei teanesi.

 

Se avessimo saputo prima della tossicità di quest’area, forse non ci saremmo fermati a curiosare, attratti dalle superfici azzurre dei vari fabbricati che costituiscono l’ex complesso industriale Isolmer. Sbarramenti non ne abbiamo trovati, l’unica complicazione una pioggia iniziale. Una volta dentro, ci siamo divisi, e ognuno di noi si è lasciato incuriosire da diversi dettagli ‘fotogenici’. Il corpo centrale, sebbene ormai completamente vuoto, è ancora maestoso nelle sue ampie forme, e conserva qualche residuo metallico dell’arredamento industriale di un tempo. Restano anche i cartelli che segnalavano i settori specifici dell’opificio, e qualche grosso macchinario malridotto. Nell’ufficio amministrativo si trovano ancora, cosparsi al suolo, documenti, ricevute e manuali di varie attrezzature e macchine.

 

Se la memoria non ci inganna (e alcune tracce sembrano confermare il ricordo), in passato questi capannoni hanno ospitato anche rave party. La variegata storia dell’ex Isolmer, dunque, si compone di elementi eterogenei: isolanti termici e acustici, rumorose feste a base di musica techno, infine la dura realtà dei rifiuti tossici.


Categoria: archeologia industriale
Tipologia: fabbrica di isolanti
Stato: dismessa e inquinata
Zona: Casertano
Raggiungibilità: in auto
Dintorni: scarsamente abitati
Accessibilità: non interdetta
Visita: sconsigliata
Durata: 2 ore
Aggiornamento: maggio 2019

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