Un’antica masseria ducale sommersa tra i rifiuti


NOTIZIE – Lasciato a marcire nel mezzo di una biforcazione, che sdoppia per un tratto la traversa intitolata al Duca di Salza, questo edificio non ha più un nome o altre indicazioni sulle mappe. Solo il toponimo stradale suggerisce si tratti dell’omonima masseria, appartenuta un tempo alla suddetta famiglia nobiliare napoletana che, come altre casate di feudatari, si trasferirono in campagna in epoca angioina (XIII secolo) al seguito dei reali, dando origine alla costruzione di numerose residenze rurali.

Questi palazzi baronali, adibiti alla coltivazione del suolo e alla produzione agricola, furono strutturati in funzione del loro scopo: gli spazi furono divisi in depositi, forni, aie, stalle, nonché cappelle e celle sotterranee. Oggi la masseria del Duca di Salza è soltanto un rudere recintato, tuttavia accessibile ed esposto ad invasioni goliardiche e atti vandalici. Al suo interno conserva un’antica cappella, qualche affresco rovinato, e le pareti divisorie delle antiche stanze utilizzate per diversi scopi. Il piano superiore è pericolante e inaccessibile a causa dei crolli e della sterpaglia cresciuta sulle scale. I giardini sono di difficile attraversamento, per la vegetazione alta e i rifiuti scaricati abusivamente. Qua e là si intravedono topi e non è esclusa la presenza di piccoli serpenti.

LA NOSTRA DERIVA – Dopo una spedizione fallimentare nella zona a Sud-Est di Caserta e una rischiosa caduta del sottoscritto in un dirupo, imperterriti e insoddisfatti abbiamo tentato un sopralluogo nelle zone vesuviane, su precisa segnalazione di un amico. In effetti la masseria era lì, semidistrutta e fatiscente, l’ingresso preceduto da un cumulo di rifiuti. Ma era lì. La recinzione di metallo era aperta, nessun cartello di divieto: tutto in uno stato di totale abbandono.

Un uomo in bicicletta è passato e ha zittito i soliti cani che abbaiavano – una costante delle nostre esplorazioni (un esempio su tutti: Croce). Facendoci largo tra la vegetazione alta e umida e facendo attenzione a dove mettere i piedi, abbiamo raggiunto l’altro lato dell’edificio, ovvero la facciata anteriore della masseria del Duca di Salza, che si presenta in uno stato di conservazione migliore rispetto alla parte retrostante e agli interni.

 

Ci siamo addentrati nelle sale interne, le cui strutture suggeriscono la funzione di stalle, depositi ed altri locali adatti alla produzione agricola. Abbiamo trovato una piccola cappella, del tutto spoglia, in un angolo una stretta scala ormai crollata, che in origine doveva condurre al piano superiore.

Quindi siamo entrati nel cortile: di qui si notano ancora i soffitti dipinti del primo piano, ma la scalinata principale è stata inghiottita da rovi e piante spinate e non c’è modo di salire. Da un buco in una parete e da un pozzo interno abbiamo intuito la presenza di scantinati sotterranei, ma anche in questo caso non abbiamo trovato accessi. Dopo le ultime foto scattate in scarse condizioni di luce, ce ne siamo andati, con l’appagamento di aver dato un minimo senso alla nostra deriva domenicale.


Categoria: palazzo antico
Tipologia: masseria
Stato: completo abbandono, quasi un rudere
Zona: hinterland vesuviano (NA)
Raggiungibilità: agevole in auto
Accessibilità: recintato, con un varco
Dintorni: villette; transito auto
Visita: libera, rare interferenze
Durata: 1 ora
Aggiornamento: dicembre 2018

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