L’abbazia cistercense di Santa Maria di Realvalle


NOTIZIE – L’antica abbazia cistercense di Santa Maria di Realvalle – si legge su Wikipedia sorse nel 1274 per volontà di Carlo D’Angiò a commemorazione della vittoria decisiva, con l’appoggio papale, nella battaglia di Campo San Marco presso Benevento (1266) su Manfredi e quindi sul dominio svevo nel regno di Sicilia. 

L’architettura cistercense si caratterizza per uno stile compositivo razionale e semplice. Deve il suo nome ai monaci cistercensi, che già dal XII secolo preferirono costruire le proprie abbazie in funzione dei precetti religiosi di isolamento e clausura, prediligendo gli spazi interni, come il chiostro e il refettorio. In linea con l’ascetismo e la povertà predicati dall’ordine, i criteri architettonici adottati escludevano elementi ornamentali. Questo stile si colloca alla fine del periodo romanico, rivelando già elementi gotici, ma di per sé l’abbazia di Santa Maria di Realvalle, con la sua lunga storia, mescola gotico francese, barocco e stili più moderni, come testimonia l’adiacente cappella realizzata in epoca più recente da Angelo Casciello.

 

D’altronde, già un violento terremoto nel 1456 recò gravi danni all’edificio, imponendo ristrutturazioni nei punti maggiormente compromessi: il muro perimetrale sul lato nord, accanto all’antico forno che oggi reca il numero civico 53, conserva una struttura a volte che rivela l’antica presenza di una chiesa.

 

DERIVA – Quando ci siamo trovati davanti all’abbazia di Santa Maria di Realvalle, siamo rimasti per qualche minuto in preda a un dubbio. Lo stato di conservazione dell’edificio ci è apparso piuttosto precario (tale da suscitare un certo disappunto rispetto all’incuria in cui versa un simile monumento). Allo stesso tempo, però, non eravamo sicuri si trattasse di un luogo del tutto abbandonato, e siamo rimasti lì a gironzolare e tergiversare, finché il dubbio si è risolto da solo.

Abbiamo scelto un sabato di maggio per questa esplorazione: scelta controversa, poiché abbiamo avuto la fortuna e la sfortuna di arrivare giusto una decina di minuti prima di un bel gruppo di anzianotti, sopraggiunti sotto il vessillo del Rotary Club. Ora, la nostra preferenza, riassunta nel concetto di ‘deriva’, è quanto di più lontano possibile dall’idea di una visita turistica con guida. Ma l’occasione è stata propizia per farci aprire le porte, in verità grazie alla gentilezza di una suora dell’ordine francescano delle Alcantarine, alle quali è affidata l’abbazia fin dal XIX secolo e che oggi vivono in un edificio adiacente.

 

Non solo ci è stato cordialmente aperto il portone della cappella, ma anche il chiostro e i cortili interni dell’abbazia, che abbiamo potuto visitare per qualche minuto allontanandoci dal gruppo. Sempre in compagnia della suora, che ci sorvegliava premurosamente, preoccupata per eventuali crolli strutturali. Prima di ritrovarci risucchiati nella visita guidata, abbiamo più volte ringraziato le suore per la cordialità e il supporto, e abbiamo lasciato l’abbazia nelle mani del gruppo di turisti.


Categoria: edifici sacri
Tipologia: abbazia
Stato: degrado strutturale
Raggiungibilità: in auto
Accessibilità: su concessione
Dintorni: terreni coltivati
Durata: 30-45 minuti
Aggiornamento: maggio 2019

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