L’albergo amico del silenzio: ex hotel terme a Contursi


Durante un’uscita fotografica, io e il mio compagno di avventure decidiamo di visitare un luogo del quale non ci giungono molte notizie: un ex hotel terme a Contursi, situato su una zona collinare di questa località celebre per le proprie risorse turistiche legate alle acque termali. Arrivati sul posto, ci troviamo di fronte un cancello in ferro ormai color ruggine, mentre sulla destra è presente una targa con incisa la scritta “Villa Maria” ormai sbiadita: è più che plausibile che fosse il nome dell’ex stabilimento termale. Il breve viale che ci guida fino all’albergo si allarga su un parco circondato da alti pini, che sembrano avvolgere la struttura, nascondendola in parte e creando un bel gioco di luci e ombre, oltre ad una piacevole frescura. Accanto al portone d’ingresso, è ancora ben visibile una targa del Touring Club Italiano, che premia la villa come Albergo amico del silenzio e segna la data 1968-1969, anni in cui, probabilmente, l’albergo doveva essere nel pieno del suo splendore.

 

Nonostante le ingiurie del tempo che affliggono Villa Maria, questo ex hotel terme a Contursi, e malgrado l’evidente degrado di mura e finestre, è ancora visibile qualche elemento di colore sulle facciate e altri piccoli dettagli estetici che rimandano ai tempi che furono. Ma ciò che alla vista colpisce maggiormente è un elemento architettonico, ovvero la torre centrale con l’estremità ornata da smerli, in netto contrasto con la rigorosa linearità piuttosto minimale dell’intero edificio.

Entrando, dopo l’androne, iniziamo a percorrere un lungo e stretto corridoio che presenta ciò che rimane di porte e finestre delle stanze termali, di tipo individuale, ciascuna con il proprio bagno e i lettini per i trattamenti. Una scala, sempre in ferro, ci conduce al piano di sopra dove si ripresentano gli stretti corridoi e altre stanze termali individuali. In alcune stanze, riversi sul pavimento, in mezzo ai detriti crollati dal soffitto e dalle mura, ci sono ancora dei lavandini in ceramica e dei piccoli fornelli a tre fuochi. Qua e là, sparsi tra le reti a molle e i pavimenti rovinati, si trovano alcune bombolette con medicinali per aerosol, fogli di quotidiani, parti di libri di ricette e la vegetazione, che inesorabilmente irrompe negli interni da porte e finestre, si sviluppa maggiormente nei terrazzamenti presenti, dove era possibile affacciarsi a leggere il giornale e magari prendere un buon caffè comodamente seduti all’aria aperta. In alcuni bagni, oltre alle vasche, sono ancora visibili dei bei mosaici colorati, che resistono all’umidità e alle infiltrazioni d’acqua, ma in diversi punti si sono già staccati o rigonfiati.

 

Quello che sempre ci si chiede durante le esplorazioni è come sia possibile che luoghi così belli e importanti vengano lasciati totalmente a marcire. Sarebbe bello se questo albergo termale venisse portato nuovamente alla luce, magari mantenendo lo stesso stile anni ’70. Ma come molte altre strutture abbandonate, o sarà abbattuto o finirà totalmente nella triste dimenticanza, chi può dirlo? Ringrazio Derive Suburbane per averci indicato l’ubicazione della villa e Luca Maresca per avermi accompagnata, senza i quali questa visita non sarebbe stata possibile.

di Rossella Sturiale


Categoria: struttura ricettiva
Tipologia: albergo termale
Stato: in degrado
Accessibilità: libera
Durata della visita: meno di un’ora
Aggiornamento: estate 2022

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