Memento mei. I muti testimoni dello strazio di Bagnara


Bagnara di Castel Volturno

BAGNARA DI CASTEL VOLTURNO – La sensazione, durante il tragitto in macchina, è quella di entrare silenziosamente in un’altra dimensione. Più ci si avvicina al mare più si dilata il traffico, fino a scomparire del tutto. L’atmosfera è come sospesa, una fotografia sbiadita del suo passato glorioso. Sotto l’occhio sfilano, fiacchi e monumentali, edifici abbandonati: case, forse negozi, l’insegna di un barbiere. Un cemento corpulento e famelico che raggiunge persino il mare, inghiottendolo, sfregiandolo con il suo pallido colorito.

Ma la verità è che il mare si è ripreso tutto, ogni granello di sabbia di cui l’uomo si è impossessato. Lo sguardo rimane sempre circospetto, l’udito non lascia nulla al caso, ma è difficile non rimanere rapiti dalla profonda tristezza che trasuda da quelle strade. Verrebbe da chiedersi perché, ma in una terra come la nostra, sfregiata e offesa perpetuamente, la domanda sembra non avere appigli, è un “vuoto di senso” – direbbe Elena Ferrante.

Ciò che più colpisce è la vastità: quattro chilometri di spiaggia ed anni di abusivismo edilizio che hanno sfigurato un litorale, per inseguire una velleità divenuta un salto nell’oblio. Una manciata di occhi anziani e sfiniti a fare da sentinella ad un bene, ed un disastro ambientale, enorme. Quante vite, quanti ricordi, risate e discorsi, urla di bambini e pranzi rimangono incastrati tra gli angoli di quelle strade come fantasmi che infestano un castello.

Uno spettacolo grottesco e sublime è aggirarsi tra i vicoli di quello che in tutto e per tutto richiama uno scenario post-apocalittico, eppure ancora palpitante di vita, una vita passata e risorta negli oggetti che, persa la loro destinazione d’uso, ne diventano testimoni imperituri. Un continuo inciampare nella storia di qualcun altro, un quadro, una lenza, dei piatti, e poi le innumerevoli sedie, vuoti colmati dalla salsedine e dagli stridii dei gabbiani, il cadavere gonfio e scolorito di qualche imbarcazione, nulla salta all’occhio, l’abbandono ormai è diventata cosa banale, ma ogni finestra è un richiamo seducente verso un segreto ancora da scoprire, l’intimità di una casa solitamente inviolabile che si offre nuda agli occhi di chi la guarda.

 

Chi sono, dove sono, quanto di loro hanno lasciato qui, ma sanno di aver affidato a queste mura taciturne qualcosa di se stessi o continuano a vivere la loro vita, incuranti di ciò che è stato?

di Giulia Sica
📷 @amongstruins


Categoria: rione fantasma
Stato: edifici diroccati
Località: Bagnara di Castel Volturno
Dintorni: spiagge
Accessibilità: libera
Aggiornamento: novembre 2020

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