Un bar abbandonato o un deposito di micce esplosive?


Da un paio d’anni ormai, durante i percorsi a piedi o in auto, è divenuta nostra consuetudine riservare un occhio vigile al paesaggio circostante: le scoperte più stimolanti sono sempre quelle non programmate. Questa volta, però, il radar era spento, la spina staccata. La sola priorità, una fugace pausa di relax. Niente ricerche, niente scarpinate, nessuna scalata tra rovi e detriti. Eppure, senza dover allungare lo sguardo fino all’orizzonte, talvolta già sul ciglio della strada affiorano edifici diroccati che stuzzicano la curiosità. Una, due volte si può far finta di niente. Alla terza, se l’oggetto in questione è proprio lì a portata di mano, allora non si resiste. Soprattutto se, svoltata una curva, si palesa un vecchio bar abbandonato, allora è d’obbligo accostare la macchina e fare capolino.


A prima vista, a spiccare è l’insegna BAR dipinta (e consunta) sopra lo stipite di una porta, ma è piuttosto improbabile che l’intera costruzione abbia terminato la propria storia come luogo di ristoro per il pubblico. Anzi, all’interno non c’è traccia di un bancone o altro arredamento riconducibile ad un esercizio commerciale. Probabilmente, perché negli anni questa palazzina si è prestata come deposito per i proprietari terrieri della zona: sparsi qua e là, si notano oggetti di servizio o d’uso personale, come fiaschi di vino, ampolle, stoviglie, ceste di vimini, un armadietto, una giacca, una coperta. Una pala accanto al forno in pietra, al cui interno c’è ancora una pentola, rimanda di nuovo alle funzioni di locale per la ristorazione.


La sorpresa, però, è all’ultimo piano dell’edificio. Bastano due passi sulla malferma scala in legno che conduce in soffitta, per affacciarsi e notare due box in legno dall’apparenza decisamente rétro. Affascinanti, sì, ma sono le scritte impresse sulle casse a sollevare più di un interrogativo: LINK 952 B ONE CHURCHILL sulla più piccola, PLASTIC CORDTEX FUSE sull’altra cassa.

Cordtex è il marchio di un tipo di miccia detonante, ovvero un cavo di detonazione in plastica imbottito di pentaeritritolo tetranitrato (PETN), sostanza che esplode, anziché bruciare, ad una velocità di circa 6000 metri al secondo. Tali proprietà fanno sì che il Cordtex sia utile a collegare tra loro più cariche esplosive ad alto potenziale ed a detonarle quasi sincronicamente, secondo un sistema definito daisy chain. Sebbene il Cortex possa essere utilizzato per trappole esplosive e fini bellici, non c’è da allarmarsi: l’uso più comune è nel campo della trivellazione, della demolizione e soprattutto nelle miniere.


E dunque, anche quando si va in vacanza per un weekend, può capitare di guidare su una Provinciale di periferia che corre lungo il confine settentrionale della Campania, e di imbattersi in un vecchio edificio in mattoni su tre livelli, che dall’esterno sembrerebbe un bar abbandonato, e all’interno si rivela un deposito di oggetti personali e da lavoro, tra cui… due casse di micce esplosive. E per qualche istante la sensazione è quella di trovarsi in un vecchio film western.


Categoria: edificio fantasma
Tipologia: bar abbandonato / deposito
Stato: fatiscente e pericolante
Zona: confine nord della Campania
Dintorni: campagne
Accessibilità: senza impedimenti
Durata della visita: 10-15 minuti
Aggiornamento:
agosto 2020

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