Questo discopub abbandonato è parte di un vasto resort a quattro stelle, anch’esso dismesso, dotato di piscina olimpionica, ristorante e, appunto un locale notturno che fungeva da pub e discoteca.

Al primo ‘giro’ esplorativo nel resort, il giorno precedente, la fretta ci aveva costretti ad andar via prima del tempo: ci aspettava il pranzo di ferragosto. E proprio a tavola, dai racconti in famiglia, è venuto fuori che nella nostra esplorazione ci eravamo persi un discopub abbandonato al piano più basso dell’albergo: non bastassero la piscina e il ristorante, dunque, il resort disponeva anche di uno spazio adibito al divertimento serale, che negli anni di attività attirava avventori da tutto il circondario.

DERIVA – Il giorno dopo, sulla via del ritorno, non ho potuto fare a meno di tornare sul posto e cercare questa discoteca. La visita solitaria dell’albergo, bisogna ammetterlo, fa tutt’altro effetto. Tanto più se viene preceduta da un incontro insolito e dalle atmosfere vagamente spettrali: dirigendomi verso il punto d’accesso che ormai conoscevo, ho incrociato, non senza sorpresa, una ragazza, che passeggiava lentamente nel parcheggio dell’albergo (?). Vestita completamente di bianco, capelli biondissimi, camminava fissando il suolo e non ha alzato lo sguardo nemmeno quando le sono sfilato accanto – l’atteggiamento, l’abito e i capelli così chiari le conferivano l’aspetto come di un fantasma.

Superato questo momento di confusione e tornato all’interno del resort, ho raggiunto il discopub abbandonato: della dance floor è rimasto ben poco, se non l’ampia sala vuota, tagliata da un colonnato in pietra in stile classicheggiante; invece, il bancone del bar in legno, ispirato ai pub britannici, è ancora perfettamente integro e in buono stato. Le toilette recano una dicitura “Man…Woman” grossolanamente declinata al singolare. Sulla postazione del DJ riposa nella polvere un vecchio mixer, ultima traccia tangibile del divertimento notturno che un tempo animava questo locale.