Dall’altra parte del cancello: sguardi dal carcere abbandonato


Ogni luogo ha la sua atmosfera, e questa volta l’aria è decisamente pesante: siamo in un ex carcere, più precisamente l’ex carcere di Gragnano.

ALTRE DERIVE – Passando accanto alla guardiola entriamo dal cancello principale, lasciato aperto, e ci ritroviamo davanti una distesa di cemento e un altarino sacro da cui è stata sottratta la statua della Madonna. Il primo edificio in cui ci imbattiamo è quello degli uffici e alloggi della guardie carcerarie. Negli uffici rimane ben poco, la cosa più interessante che vediamo è l’elenco delle armi che dovevano avere in deposito.

 

Negli alloggi c’è ancora una giacca, qualche foto, vecchi giornali (con articoli notevoli). Con sorpresa ci accorgiamo che uno degli armadietti è pieno di adesivi della serie TV anni ‘9o per eccellenza, Beverly Hills 90210. D’altra parte, pure le guardie carcerarie avranno le loro passioni…

Oltrepassiamo un cancello ed entriamo nella prigione vera e propria. Ci ritroviamo nell’area per i colloqui dove, separati da un vetro, i detenuti potevano incontrare amici e familiari. Proseguendo vediamo una zona che era forse adibita a biblioteca-zona studio, con libri, quaderni, disegni, e quella che sembra essere una corrispondenza con i bambini di una scuola fatta di frasi affettuose e piene di speranza.

Andiamo ora verso i padiglioni delle celle, la zona è piuttosto buia e l’ambiente abbastanza spettrale. Le celle sono tutte uguali: letti a castello, armadietti, cucinino e bagno, l’unica differenza sta nella scelta dei detenuti tra l’attaccare ai mobiletti ritagli di santini o di veline. Incredibile pensare che le piccole celle del carcere ospitassero fino a quattro persone. Tutto questo ci fa pensare a quanto il problema del sovraffollamento delle carceri, che caratterizza tutti gli istituti di pena, in Campania assuma vette così elevate da trasformare la privazione della libertà in una privazione dei più elementari principi di civiltà. Sentiamo anche noi, che siamo lì solo da pochissimo, il bisogno dell’ora d’aria, così la cerchiamo ed eccola: una distesa di cemento con delle porte da calcio, telecamere e fari ormai in disuso, ma che sembrano comunque osservarci.

 

STORIA – La struttura fu realizzata nel 1993 con la funzione di carcere mandamentale (cioè destinata ad ospitare i condannati con pene inferiori). Nel 1998 diventò un carcere giudiziario dove gli imputati erano in attesa di giudizio o avevano ricevuto una pena inferiore ai due anni. Il carcere di Gragnano rimase aperto fino al 2002, anno in cui chiuse per cedimenti strutturali del sottosuolo, in quando edificato sopra cave di tufo e caverne. Milioni di euro di denaro pubblico, investiti per un edificio il cui stato è adesso di abbandono totale, da ormai 18 anni.

Nel 2014 l’ex carcere di Gragnano è passato dal Demanio statale al patrimonio comunale. Nel 2016 il consiglio comunale stabiliva di dare mandato al Responsabile del Settore Urbanistica e Tutela Paesaggistica di attivare una procedura di evidenza pubblica mediante pubblicazione di un bando, finalizzata ad acquisire “Manifestazioni di interesse” per l’utilizzo quale sede di attività produttive enogastronomiche. Negli anni, sono state ventilate diverse idee di recupero, tra un riutilizzo nelle sue funzioni, per far fronte al sovraffollamento delle carceri di Napoli, e la proposta di farne un expo permanente, fino alla possibilità di riqualificazione come set per la nota serie “Gomorra”. Nessuna di queste idee ha portato a qualcosa di concreto e la struttura ad oggi è più abbandonata che mai.

 di Giulia Kevlar 📷
e Junio Bossone


Categoria: struttura detentiva
Tipologia: carcere
Stato: abbandonato
Raggiungibilità: in auto
Accessibilità: libera
Dintorni: scarsamente abitati
Durata della visita: 1-2 ore
Aggiornamento: giugno 2020

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