Storia ‘familiare’ della chiesa di Sant’Alfonso Maria De Liguori


Sulla collina dei Liguorini immersa nel verde e nel silenzio svetta la Chiesa di Sant’Alfonso Maria De Liguori. L’edificio sacro rimase in vita fino al 1980, anno del terremoto in Irpinia: dopo questa data fu abbandonato. La nascita del complesso si fa risalire a metà del Settecento, quando sulla collina dei Liguorini si insediò un convento di Padri Redentoristi, detti anche Liguorini, che, nel volgere di pochi anni, divennero un punto di riferimento importante non solo per gli abitanti delle contrade limitrofe ma per l’intera città.

 

UNA STORIA FAMILIARE – Le origini della Chiesa Sant’Alfonso Maria De Liguori seguono le vicende della famiglia Adinolfi: originaria di Cava de’ Tirreni (SA), gli Adinolfi si erano trasferiti ad Avellino verso la metà del secolo XVIII. Andrea Adinolfi era un uomo timorato di Dio e particolarmente devoto alla figura carismatica di S. Alfonso dei Liguori, che aveva avuto modo di conoscere da bambino. Andrea ebbe tre figli maschi e tre femmine: tra questi Michele e Carmine, entrati a far parte del Capitolo della Cattedrale, ebbero un ruolo centrale nella vita sociale e religiosa della città di Avellino. Sarà proprio Michele nell’aprile del 1860 a rivelare ai fratelli il disegno di destinare una parte del patrimonio familiare all’istituzione di un monastero da affidare alle cure dei Padri Redentoristi. A quei tempi vi era solo una piccola chiesa dedicata alla SS. Vergine Addolorata, che fu ristrutturata e ampliata grazie agli interventi di Don Carmine.

Agli inizi del Novecento, la chiesa del complesso monastico era, nelle linee essenziali, ancora quella costruita da Monsignor Adinolfi nel 1842. Essa era stata opportunamente ristrutturata, ma certamente non era più adeguata ad accogliere un flusso di fedeli che aumentava costantemente. Padre De Marco si fece interprete di queste esigenze e concepì l’idea di edificarne una nuova, inglobando l’antica cappella nel rispetto del primo benefattore. L’esecuzione dei lavori venne affidata all’ingegnere Domenico Mazzei, che vennero completati nel 1909.

LA CHIESA OGGI – Si accede alla Chiesa Sant’Alfonso Maria De Liguori tramite un cancello arrugginito che conduce all’interno di un giardino contornato da alcuni platani secolari, i quali proteggono e nascondono l’ingresso della chiesa. L’ingresso è costituito da un colonnato di ispirazione romanica costruito nel 1909 dall’ingegnere Domenico Mazzei. All’interno ritroviamo una chiesa con navata unica che ingloba ai due lati cappelle preesistenti. Le cappelle laterali sono arricchite ai lati da varie nicchie che contenevano statue di santi in legno illuminate da finestre poste di fronte agli stessi. La pavimentazione fu asportata dopo il terremoto dell’Ottanta: ad oggi l’area di calpestio si presenta con un massetto strutturale. Le pareti sono spoglie da arredi liturgici tranne in alcuni punti dove si conservano tracce di decorazione. In alcuni punti si conservano tracce in negativo delle candele, poste ai lati, che illuminavano la navata.

 

Il soffitto è costituito da una serie di archi a tutto sesto che si intrecciano tra di loro decorati da stucchi, tali archi presentano varie fratture che testimoniano gli anni di abbandono e i numerosi terremoti che la struttura ha dovuto subire in una terra, quella dell’Irpinia, che più di una volta si è rialzata dopo un evento tellurico. Stupende sono le finestre istoriate che riproducono soggetti religiosi, tipiche dell’architettura gotica, che danno luce e mistero al complesso. L’altare si presenta di stampo gotico con archi a tutto sesto e tre finestre istoriate che illuminano una struttura che ricorda una configurazione ancestrale con il sacerdote che dà le spalle ai fedeli.

La chiesa è rimasta abbandonata fino al 2022, ma per fortuna oggi è in fase di restauro, allo scopo di ridare dignità e decoro a un luogo con più di 200 anni di storia.

di Carlo Fogliese
IG: carlo_lupo


Categoria: luogo di culto
Tipologia: chiesa
Stato: in restauro
Accessibilità: non più possibile
Dintorni: contesto urbano
Aggiornamento: aprile 2022

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