Il borgo abbandonato di Sorbo, un fantasma in tutti i sensi


Quando si parla di paesi fantasma si allude a quegli spazi geografici nei quali per cause endogene o esogene si sia registrato un totale spopolamento. Il quoziente residuo è l’assenza: di abitanti, di un tessuto sociale, di vita quotidiana. Ma se mancano finanche informazioni storiche o notizie minime sulle vicende e sull’esistenza stessa di tale località, allora la connotazione spettrale sembra essere persino più calzante. Questo è il caso del borgo abbandonato di Sorbo, frazione afferente al comune di Montecorvino Pugliano: qui, a giudicare dai calendari presenti nelle abitazioni, le ultime sporadiche tracce di esistenza umana risalgono al 2010.

Simili luoghi desolati possono però rivivere per qualche ora, quando un visitatore sceglie di arrischiarsi tra tetti crollati e mura sbriciolate, pur di contemplare la bellezza di un corpo architettonico immobilizzato nel momento della fine, e magari arrestarla in un’immagine che ne catturi le ultime forme ‘decomposte’, prima di una definitiva scomparsa. Quel momento è prezioso perché ha l’aria della caducità sospesa, e perché profuma di privilegio, di rarità concessa a pochi.

Luca Maresca, fotografo di professione e autore degli scatti qui esposti, ha raggiunto il borgo abbandonato di Sorbo in questo freddo inverno del 2022.

ph. ©Luca Maresca

“Il primo impatto è quasi deludente,” riferisce Luca, “l’impressione generale è quella di totale degrado, inoltre detriti e rovi bloccano la strada un po’ ovunque. Se è vero che la maggioranza degli edifici risulta molto danneggiata, con diversi crolli e cedimenti, a guardarsi bene intorno, però, si scoprono altre abitazioni meglio conservate, che è possibile visitare salendo con prudenza anche ai piani superiori”.

Come per molti altri paesi abbandonati e borghi fantasma della Campania, anche a Sorbo alcune case conservano oggetti d’uso domestico ed altri resti della vita quotidiana. Il ritrovamento più insolito e inatteso, ci racconta Luca, è stato quello di un feretro all’interno di un appartamento: “Senza rendersene conto, il mio amico si era poggiato su un angolo del manufatto di legno per riposare. Quando gli ho fatto notare che si trattava di una bara, ha fatto un balzo all’indietro degno del miglior stambecco di montagna!”. In realtà è verosimile che la bara sia un’aggiunta successiva rispetto al resto degli oggetti e della mobilia: con ogni probabilità un manufatto scenografico servito per riprese, spettacoli o altre rappresentazioni.

ph. ©Luca Maresca

Senza una vera e propria ricerca d’archivio risulta del tutto arbitrario dedurre una datazione precisa per il completo spopolamento di Sorbo. I calendari nelle case sono un indizio, ma non una prova. La storia condivisa con gli altri paesi fantasma campani suggerirebbe di pensare al sisma del 1980 come inizio della fine. Lo stesso pensiero a cui è giunto Luca, avanzando un’ipotesi specifica: “Probabilmente, dopo il terremoto Sorbo è stata comunque frequentata da alcuni ex-abitanti, magari limitandosi a sfruttare come depositi agricoli i piani inferiori delle case e le rispettive cantine, meglio conservati e più sicuri”. La teoria è plausibile, soprattutto se si pensa che anche in altri piccoli centri disastrati dai sismi, come Apice o Tocco Caudio, gli abitanti più testardi hanno provato a resistere per anni ad evacuazioni e sgomberi, nonostante l’instabilità degli edifici. L’ultimo calendario segnala che, qui, l’abitante più tenace ha resistito fino al 2010.

Smarrendosi tra congetture e macerie, Luca ha proseguito il suo giro insieme al suo accompagnatore, fotografando tutti i particolari delle poche case del borgo abbandonato di Sorbo:

ph. ©Luca Maresca

Si ringrazia Luca Maresca per aver condiviso le sue fotografie e la sua testimonianza. A questo link l’album completo di tutti i suoi scatti.


Categoria: borgo fantasma
Tipologia: paese abbandonato
Zona: provincia di Salerno
Stato edifici: pericolanti, crolli parziali
Accessibilità: libera
Raggiungibilità: in auto
Dintorni: scarsamente abitati
Visita: sconsigliata
Durata: 1-2 ore
Aggiornamento: febbraio 2022

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