All’apparenza, visti da lontano, sembrerebbero ruderi malmessi di abitazioni antichissime e logorate dai secoli. Tentare di avvicinarsi e raggiungerli significa avventurarsi in macchina lungo un intricato labirinto di sentieri sterrati di campagna, strapazzando sospensioni e copertoni della propria vettura, oltrepassando discariche abusive d’ogni tipo, salutando poi contadini e braccianti al lavoro nei campi di verdure. Infine, ecco che si raggiunge un trio di edifici in pietra in stato di assoluto degrado, che però occupa solo una parte della superficie sulla quale originariamente si estendeva il Real Sito della Lanciolla, una tenuta di caccia risalente al Settecento borbonico. Disseminate lungo i campi coltivati, infatti, si scorgono qua e là i profili di analoghe costruzioni: è un peccato che oggi il complesso sia quasi sparito tra le campagne coltivate e i rifiuti.
Il Real Sito della Lanciolla, collocato in prossimità dei Regi Lagni, deve il suo nome a piccole imbarcazioni (lance o, appunto, lanciole) che occorrevano per raggiungere il casino reale tramite i canali e gli acquitrini che circondavano e attraversavano la tenuta. Qui, durante o dopo le battute di caccia, sostavano per riposare o mettersi al riparo i sovrani d’epoca borbonica, in particolare Ferdinando IV, notoriamente dedito a questa attività, che fu d’altronde l’ideatore della residenza rurale (è forse più noto il Casino vecchio, altra tenuta di caccia di Re Ferdinando collocata nella zona detta Vaccheria, nei pressi di San Leucio).
L’insieme, evidentemente malridotto, presenta diversi crolli e conserva ormai ben poco da mostrare al visitatore coraggioso e paziente che abbia deciso di sacrificare la pulizia e la meccanica della propria auto per spingersi fin qui. L’edificio centrale era destinato al re: all’interno spicca la pianta ottagonale sovrastata da una cupola a costoloni, che non coincide con l’esterno a pianta quadrata. Inoltre, è ancora possibile notare la coppia di camini in pietra, il rosso pompeiano (ad oggi sbiadito e consunto) che colorava le pareti, nonché i quattro anelli che tenevano sospeso il letto del re. Negli edifici ai due lati erano probabilmente collocate la sala da pranzo e la sala per gli ospiti, oppure gli alloggi della servitù.
Nel tempo sono stati portati via lo stemma reale, l’orologio a sole e la scalinata in marmo, ma di certo non è solo per questo che allo stato attuale il Real Sito della Lanciolla appare come un trittico di carcasse decomposte. Un intervento di recupero risulterebbe oramai tardivo, e non si può non storcere il naso a vedere un monumento della storia campana disintegrarsi in questo modo.
Tipologia: tenuta reale di caccia
Stato: ruderi
Zona: Acerra/Marcianise
Dintorni: campagne
Accessibilità: non sempre possibile
Visita: libera
Durata: 30 minuti
Aggiornamento: novembre 2021