Cartoline di una costa desolata: il pontile minore di Bagnoli


Il pontile nord di Bagnoli è il noto, lunghissimo molo dove un tempo correva anche un binario per il trasporto materiali verso l’Italsider. Chi si trovasse qui, alla domenica mattina, per una passeggiata, allungando lo sguardo verso sud-est potrebbe scorgere una distesa desolata con un più piccolo pontile abbandonato poco lontano. Mentre il pontile nord era adibito al carico e scarico merci, il secondo pontile, che potremmo definire il pontile minore di Bagnoli, ospitava una sala pompe per la presa dell’acqua di mare.

Il pontile minore di Bagnoli: l’ex sala pompe e i magazzini della ‘colmata’

di Ettore Tafuri

Anno 1962. Lo stabilimento siderurgico di Bagnoli è in piena attività, ma deve aumentare la capacità produttiva, e per farlo c’è bisogno di spazio. Si decide così di espandere la linea di costa di via Coroglio, abbattendo non poche abitazioni affacciate sul mare. Napoli per molte volte è stata privata del mare, e il suo quartiere industriale, Bagnoli, non faceva eccezione. La ”colmata”, di 200.000 metri quadrati circa, fu completata all’inizio degli anni ’60: questa estensione artificiale del lungomare, finalizzata ad ampliare gli spazi dello stabilimento ILVA, venne costruita lungo via Coroglio con le macerie degli edifici abbattuti e dalla loppa, un materiale di scarto prodotto dalla lavorazione della ghisa nell’altoforno.

Ad oggi, la zona della colmata è una distesa pianeggiante e solitaria, abbandonata a se stessa, salvo il lato del pontile nord che è stato recentemente riqualificato e aperto al pubblico. Attualmente l’area presenta i ruderi di alcuni edifici che lentamente vengono spazzati via dal tempo. Accanto a una vecchia piattaforma di scarico, ci si può imbattere nello scheletro di un vecchio magazzino. La struttura, ormai fatiscente e pericolante, sembrerebbe abitata da qualche senzatetto. Gli ambienti sono stati in gran parte sovrastati dalla vegetazione e dall’immondizia, mentre i piani superiori sono ormai ricoperti di murales d’ogni tipo.

 

Camminando ci si imbatte nel pontile minore di Bagnoli, al cui termine un tempo era collocata l’ex sala pompe dello stabilimento, che occorreva alla raccolta di acqua di mare, prelevandola dai cicli naturali per poterla utilizzare all’interno dello stabilimento. Questo spettro silenzioso lo si può scorgere già dal pontile nord, il molo più lungo. Il suo fratello minore appare estraneo a tutti i progetti di bonifica della zona, e si sa poco della sua storia. Qualcuno lo frequenta ancora: durante la mia visita, un vecchio pescatore se ne stava lì seduto e rilassato. L’unica distrazione, il rumore del mare e i gabbiani.

 

Mettendo piede nell’edificio, si sentono le onde del mare rimbombare nelle pareti, tanto che alcune rampe di scale, arrugginite e corrose dal tempo, tremano. Le aperture nelle pareti creano dei curiosi giochi di luce, spezzando l’inquietudine del posto. I buchi giganteschi nel terreno, che servivano per il pompaggio dell’acqua, creano un’eco quasi angosciante. Proseguendo nell’edificio, si arriva a una balconata da cui si vede tutto il paesaggio circostante. Una cartolina che fa quasi dimenticare il passato tormentato della zona.


Testo e foto
Ettore Tafuri (Instagram)
Fonti consultate

Gianluca Abate Corriere del Mezzogiorno
Elena Romano ISPRA


Per saperne di più sull’acciaieria dell’ex Italsider si rimanda al nostro articolo a questo link.
Per l’adiacente Parco dello Sport abbandonato, qui il link diretto.

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