L’antica necropoli romana: i defunti dimenticati dai vivi


Abbandonato non è soltanto sinonimo di disabitato oppure di dismesso. Un insediamento di mille anni fa, un antichissimo scavo sotterraneo o un castello medievale sono di fatto spopolati o in disuso da tempo orma immemore e restano nel presente come spogli ruderi del passato. Eppure, possono soffrire di un secondo grado di abbandono: quando sono negletti e lasciati a se stessi. In questo senso, dalla prospettiva dell’oggi, abbandonato è anche sinonimo di dimenticato. Tale sorte è toccata alla necropoli romana di via Celle a Pozzuoli, parte del patrimonio archeologico flegreo che non per tutti i suoi preziosi resti gode della medesima attenzione e manutenzione e dunque di fruizione pubblica.

A differenza del vicino Anfiteatro Flavio, costruito dai romani nel I secolo d.C. e inferiore solo al Colosseo e all’anfiteatro capuano, la necropoli romana di via Celle (edificata nello stesso periodo) non è così conosciuta e di certo non è visitata: è infatti chiusa da cancelli e priva della minima gestione che sarebbe necessaria all’accessibilità del sito archeologico. Al contrario, l’area un tempo adibita al culto dei morti secondo gli usi degli antichi romani rivela oggi, all’ombra delle sue celle funerarie, immondizia e altre tracce di passaggi abusivi, presenze umane che abbiamo notato anche al momento della nostra visita.

 

Sotto un caldo sole pre-estivo, abbiamo fotografato da lontano la schiera dei 14 mausolei sepolcrali, sulle cui superfici interne si distingue anche a distanza il tipico opus reticulatum che caratterizza gli edifici romani della zona, tecnica muraria utile a garantire impermeabilità alle pareti. Disposte su due livelli, le celle funebri presentano volte a botte sotto le quali sono ancora visibili le nicchie destinate a contenere le urne con le ceneri dei defunti dopo la cremazione (dal II secolo d.C. subentrarono le tombe a inumazione). Le celle, nei secoli successivi, furono designate per la loro apparenza con il nome di colombari, quindi riutilizzate come stalle per il bestiame.

Gli scavi del sito hanno portato alla luce anche un ambiente che era sede del collegium funeraticium, associazione corporativa mirata a condividere le spese sepolcrali: l’edificio a pianta rettangolare cingeva un cortile al cui centro si ergeva un mausoleo, ricco di decorazioni marmoree e acrosoli, inoltre abbellito da una pavimentazione a mosaico nero e bianco (per maggiori informazioni: pafleg.it).

 

Le prime opere di scavo iniziarono negli anni Trenta del Novecento, ma la necropoli romana di via Celle nella sua interezza vide la luce solo negli anni Sessanta. Oggi è lì, dimenticata dal nostro millennio, e forse destinata a riaffondare, se non nella terra, almeno nella dimenticanza.


Categoria: Resti archeologici
Tipologia: necropoli romana
Stato: rudere
Accessibilità: chiusa
Zona: flegrea
Dintorni: poco trafficati
Raggiungibilità: in auto
Aggiornamento: giugno 2023

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